Tanaka Holdings, il più importante rivenditore d’oro del Giapppone, ha annunciato un aumento del 60% delle vendite di lingotti il mese scorso, rispetto al già elevato quantitativo dei mesi precedenti.

Ma la notizia di oggi potrebbe far coinvogliare nel mercato dell’oro un’altra fetta di popolazione mondiale che finora ne è stata fuori e che è infinitamente superiore agli abitanti del Giappone.

Devi sapere infatti che finora milioni di musulmani nel mondo non hanno ancora investito nell’oro, perché è vietato dalla Sharia.

In realtà, i musulmani possono comprare oro, ma solo sotto forma di gioielli, oppure possono usarlo come valuta negli scambi commerciali (non so se molti conoscono un famoso video dell’Isis sul “Gold Dinar”, una moneta d’oro che il Califfato aveva in mente di coniare tempo fa).

C’è invece disaccordo fra i vari Imam se sia lecito usare l’oro come investimento, sia accumulando lingotti, sia comprando azioni e titoli legati all’indice dell’oro o alla produzione di questo metallo.

La notizia di oggi è che il World Gold Council, l’organo internazionale di controllo e audit dell’oro, e l’Accounting and Auditing Organization for Islamic Financial Institutions (AAOIFI), che stabilisce le regole della finanza islamica, stanno lavorando assieme per pubblicare entro l’ultimo trimestre del 2016 delle regole chiare e definitive sull’oro.

Questo nuovo standard islamico potrebbe quindi chiarire i termini e i modi con cui gli Islamici potranno investire in oro, spianando la strada a circa 100 milioni di musulmani che non hanno ancora potuto usare questo asset così desiderato dal resto del mondo.

Secondo Kim Iskyan, un esperto di finanza asiatica, gli investitori musulmani detengono asset per un valore di 2 trilioni (milioni di miliardi) di dollari, che aumenteranno a 5 triliardi entro il 2020.

Se l’investimento in oro dovesse diventare in qualche modo permesso per questi investitori, sicuramente ci sarà una corsa di parte di questi capitali verso il metallo giallo, esattamente per gli stessi motivi per cui i capitali del resto del mondo hanno già iniziato a farla: la ricerca di alternative ai titoli di stato, la protezione dagli shock finanziari e dalla volatitlità delle borse, la diversificazione, ecc.

Abbiamo perciò un elemento in più che rafforza le nostre previsioni a rialzo del trend dell’oro a lungo termine.

Negli articoli precedenti sull’oro, avevo già avvisato che questo trend sarà lungo e persistente, ma, com’è naturale, avrà sempre dei forti ritracciamenti verso il basso durante il percorso.

Per la verità, ce n’è già stato uno qualche giorno fa, iniziato l’11 luglio e dovuto al naturale ciclo dei collocamenti nelle società minerarie.

Ma si è trattato di poca cosa. Attualmente l’oro si è stabilizzato a un valore di 1330, che è soltanto una riduzione del -3% del prezzo massimo di 1370 toccato a inizio luglio.

Quando parlo di ritracciamenti in un trend a rialzo di lungo periodo, intendo discese tra il -5% e il -15%. Questi si che sono veri ritracciamenti!

E forse possiamo già prevederne uno nel prossimo futuro (ed è questa la cattiva notizia).

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Il Commitment of traders (COT) è l’indice che mostra quanti contratti future long o short su un indice o una materia prima sono stati sottoscritti dagli investitori.

Il COT sui futures dell’oro di venerdi scorso mostrava 316.000 contratti short aperti, che è il numero più alto di contratti short negli ultimi 20 anni.

Cosa significa questo?

I 316.000 contratti di cui parlo appartengono alla categoria “commerciale” del COT, che rappresenta solo i futures sottoscritti da miniere, imprese commerciali di oro, banche specializzate nel settore dei preziosi, imprese di esplorazione ecc.

Man mano che questi attori aumentano la loro esposizione a rialzo nel mercato dell’oro, incrementano anche i contratti future che vanno nel senso contrario, cioè a ribasso, e che sottoscrivono per proteggersi da eventuali cadute del trend a rialzo.

Quindi se il numero di questi futures short è così elevato, vuol dire che gli investimenti, i prestiti e le spese sostenuti da questi attori per mantenere le loro attività nel settore, ha raggiunto un valore altrettanto elevato.

Ciò può semplicemente indicare che il settore è in fermento, come in effetti è.

Basti pensare che gran parte delle compagnie minerarie, per far fronte a una domanda di oro molto più elevata che negli ultimi 5 anni e non avendo più tante attività estrattive (chiuse o messe in standby perché costavano troppo), per aumentare più velocemente la loro capacità produttiva stanno cercando di acquisire società minerarie più piccole e già attive .

Già solo questa frenetica attività di acquisizioni e fusioni basterebbe a giustificare un aumento delle “assicurazioni” sotto forma di futures short da parte di questi imprenditori.

Un mercato a rialzo è fatto proprio da queste cose: tutti gli indicatori e i dati statistici iniziano a sovradimensionarsi. E questo non arriva certo a fermarlo o a farlo “sgonfiare” come una bolla.

I fattori economici e politici che stanno creando questo rialzo sono troppo forti per permettere alla statistica di intromettersi più di tanto.

Ma è pur vero che il valore predittivo del COT è molto accurato, tanto che aveva previsto con largo anticipo proprio questo trend a rialzo.

A fine 2015 infatti i futures short dei commerciali era sceso a un livello così basso da sembrare ridicolo: solo 6000 contratti erano rimasti aperti.

E sappiamo tutti cosa è successo dopo: l’oro ha fatto il suo primo balzo in avanti proprio a inizio 2016.

Quindi anche i 316.000 futures short di oggi non possono passare inosservati. Non fermeranno il trend a rialzo, ma potrebbero almeno far intravedere un bel ritracciamento, di quelli seri…

Ecco perché oggi, pur ribadendo che la forza dell’oro è ormai scatenata e non la ferma più nessuno, ti avviso che sta per arrivare il primo ritracciamento serio di questo lungo trend.

E lo stesso vale per l’argento.

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Questo metallo è salito del 35% in questa prima metà del 2016 e solo nel mese di luglio ha fatto un balzo del 17%.

Le serie storiche ci insegnano che dal 1970 a oggi un rialzo così forte in un mese è successo solo 22 volte:

silver

Come si vede dalla tabella (alla prima riga), già dopo il primo mese il prezzo è calato del 3% in media, per scendere progressivamente fino quasi del 10% nei sei mesi successivi.

Ora, la domanda più importante da farsi è: come si deve comportare chi ha investito in titoli legati alla produzione di oro e argento?

Di certo, non deve vendere tutto ora come se il disastro fosse imminente.

La corsa degli investitori verso asset di rifugio come i titoli di stato americani e i metalli preziosi non si è ancora fermata.

Persino banche centrali e governi stanno aumentando la loro esposizione in questi asset, per proteggersi dalle incertezze di questa epoca.

Quanto ai titoli azionari delle miniere di oro e argento, i loro prezzi sono ancora sottostimati rispetto ai prezzi che oro e argento hanno raggiunto in questi due mesi (ecco il motivo per cui ogni aumento o diminuzione di oro e argento vengono così tanto amplificati dai prezzi dei titoli minerari).

I metalli preziosi non sono ancora in “bolla”. Ci sono ancora larghe fette di investitori che non sono entrati in questo mercato (l’esempio iniziale dei musulmani è emblematico a riguardo).

I fattori che spingono al rialzo sono ancora molto attivi e non è prudente uscire dal mercato troppo in fretta.

Il modo migliore di affrontare la situazione è di gestire in modo dinamico il proprio portafoglio di titoli minerari.

E’ sbagliato avere dei titoli in portafoglio senza mai toccarli, confidando nel fatto che siamo in un lungo trend a rialzo. Eppure ci sono ancora tanti investitori che si comportano in questo modo.

Quando il mercato dà i segni di un imminente ribasso, ma il ribasso non è ancora iniziato, è il momento di vendere i titoli, ottenendo così un buon rendimento, prima che questo svanisca.

Una volta che il ribasso è avvenuto, bisogna nuovamente comprare altri titoli (o anche quelli di prima), creando le condizioni per avere un nuovo rendimento.

Questo si intende per “gestione dinamica” di un portafoglio.

Per molti investitori individuali è difficile avere le informazioni necessarie a portare avanti una cosa simile.

Bisogna leggere una infinità di articoli delle riviste specializzate, individuare i pattern statistici che anticipano variazioni importanti del mercato, avere contatti con esperti e analisti.

Non è da tutti, lo ammetto.

Per questo motivo, a chi vuole investire nel trend dell’oro e dell’argento, consiglio sempre di affidarsi al nostro servizio ad abbonamento Strategie Weekly, che ultimamente sta cavalcando proprio questo mercato.

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Buon trading!

Il team di Strategie Weekly