Dopo una discesa costante di circa il 50% dai massimi del 2021 (retta rossa), l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong, ha recentemente registrato un rally per 10 giorni consecutivi (cerchio verde):

Dal 1970 a oggi un rally del genere si è verificato solo 12 volte.
E le serie storiche mostrano che in media, in queste 12 volte, dopo il primo rally, l’indice è salito di un ulteriore 23%. Inoltre, nei dodici mesi successivi, l’indice è rimasto in bull trend l’84% delle volte.

Anche la borsa della Cina continentale è in bull trend, ma non cosi’ pronunciato.
Chissà cos’è che stavolta spinge cosi’ forte Hong Kong…forse quegli Etf spot in bitcoin ed ethereum da poco approvati?

Sia come sia, questo indice sarebbe di norma un argomento per i nostri articoli gratuiti che inviamo via email agli iscritti di Segnali di Borsa, dove segnaliamo ogni tanto dei trend su cui può essere interessante investire.

Invece stavolta abbiamo deciso di parlarne qui, dove solitamente trattiamo argomenti di natura economica e politica piu’ generali.

Come mai?

Il motivo è che l’indice Hang Seng si trova nel bel mezzo di una guerra senza esclusione di colpi tra la finanza occidentale e quella cinese. Per cui, no…in questa fase investire in questo indice non è particolarmente raccomandato.

Cliccando sulla categoria “Dedollarizzazione e mondo multipolare” nella home di questo blog, troverete un bel pò di articoli che raccontano la crescente rivalità tra New York e Londra, le principali piazze finanziarie occidentali, contro lo Shanghai Gold Exchange per il controllo dei metalli preziosi.

In questo articolo purtroppo dobbiamo registrare un allargamento di questa rivalità e un innalzamento del livello dello scontro fino all’omicidio.

Ma andiamo per ordine…

Qualche settimana fa, Mark Clifford e Mark Sabah, presidente e direttore del CFHK (Commitee for Freedom in Hong Kong, una delle tante associazioni di ingerenza internazionale statunitense) hanno visitato il parlamento italiano per una sessione di “indottrinamento” dove hanno descritto le motivazioni del Comitato e le loro attività in corso, tra le quali è stato citato esplictamente il ridimensionamento di Hong Kong come centro finanziario globale.

Quindi ora sappiamo che il Commitee for Freedom di Hong Kong è una associazione anglo-americana che, per sua stessa ammissione, è implicata nella guerra finanziaria che Cina e occidente hanno intrapreso in questi anni.

Tra gli obiettivi specifici di questa guerra, sempre secondo i due rappresentanti del Comitato in visita in Italia, c’è anche la chiusura degli uffici di rappresentanza finanziaria di Hong Kong nei paesi occidentali.

Sappiamo che Hong Kong è uno degli ultimi avamposti della defunta “globalizzazione” dove è ancora possibile il trasferimento di asset dall’occidente all’oriente e viceversa.

…Ad esempio, tutto l’oro che i Cinesi stanno accumulando dai paesi occidentali e con cui stanno prendendo il controllo di questo asset, transita da Hong Kong…

Questa isola di globalismo quindi è come una ferita ancora aperta dove, nella visione paranoica delle élites occidentali sempre piu’ bellicose, il “sangue occidentale” continua a defluire verso il “dracula” orientale.

Quindi la ferita deve essere chiusa al piu’ presto e a qualsiasi costo…anche a costo cioè di perseguitare personalmente i rappresentanti di Hong Kong all’estero.

Tutto questo ci fornisce in modo chiaro, senza bisogno di scomodare alcuna “teoria complottista”, il motivo per cui, il 13 maggio scorso, in Gran Bretagna Bill Yuen, Peter Wai e Matthew Trickett sono stati accusati di “spionaggio a favore del governo di Hong Kong”.

Non a caso, i primi due, Bill Yuen e Peter Wai, lavorano per l’Ufficio economico e commerciale di Hong Kong a Londra!

I tre erano stati accusati, nello specifico, di aver raccolto informazioni sui separatisti e gli attivisti, viventi in UK, che avevano svolto un ruolo centrale nel tentativo di rivoluzione colorata del 2019-20 a Hong Kong e che erano fuggiti dalla città per sottrarsi alla giustizia cinese.

Dopo l’arresto, i malcapitati erano stati rilasciati su cauzione; quando poi, 7 giorni fa, uno di loro, Matthew Trickett, è stato trovato morto in un parco.

Trickett non lavorava nel settore finanziario. Era un ex militare della Royal Marine che, a differenza di Bill Yuen e Peter Wai, cittadini sino-britannici, aveva solo cittadinanza britannica.

Queste accuse di “spionaggio”, che siano fondate o meno, si inseriscono molto bene, per la tempistica della loro esecuzione, allo scopo che abbiamo detto, cioè quello di fare pressioni sui governi occidentali affinché chiudano le rappresentanze ufficiali di Hong Kong all’estero.

L’omicidio è solo la ciliegina sulla torta di questa guerra politico-finanziaria.

L’ambasciata cinese a Londra ha ovviamente presentato severe rimostranze alla Gran Bretagna.

Ma sta di fatto che la rivalità economica fra oriente e occidente sta passando velocemente alla modalità di guerriglia tra servizi segreti, esattamente come le altre guerre che oriente e occidente hanno intrapreso e che ogni tanto fanno saltare fuori qualche omicidio nei titoli dei media.

Benvenuti nella nuova guerra fredda 2.0!