La UE si accorda con l’Iran per creare una alternativa al sistema bancario internazionale basato sullo Swift.

Procediamo con ordine: cos’è anzitutto il sistema Swift?

SWIFT sta per “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication” e rappresenta quella istituzione internazionale con sede in Belgio che permette tutti i trasferimenti di denaro che avvengono a livello internazionale fra una banca e l’altra.

Quando fai un bonifico verso una banca estera, ti viene sempre richiesto di indicare, oltre all’IBAN, anche il codice BIC/Swift della tua banca. In questo modo la transazione verrà validata e eseguita da parte di Swift, appunto.

Se Swift rifiutasse la transazione, il tuo denaro resterebbe in banca e non varcherebbe mai la frontiera del paese di destinazione.

Un blocco del sistema Swift all’interno di un paese, che impedisca a tutte le banche di quella nazione di effettuare transazioni all’estero, è un evento molto grave e quindi abbastanza raro.

Eppure uno dei pochi episodi di questo tipo è avvenuto non molto tempo fa, nel 2012, ai danni dell’Iran.

Il 15 marzo di quell’anno infatti fu proprio l’Unione Europea, sotto pressione americana, ad accordarsi con Swift per impedire qualsiasi transazione bancaria dall’Iran verso i paesi dell’Unione.

Era l’ultimo capitolo del sistema di sanzioni decretate dagli USA ai danni del paese islamico e la prima volta (almeno ufficialmente) in cui un blocco di paesi agiva in tale profondità nel sistema bancario internazionale ai danni di un altro paese.

L’episodio divento’ un pericoloso precedente di cui tenere conto, specialmente per quei paesi divenuti ormai tradizionali avversari dell’America nella guerra commerciale e valutaria, come Cina e Russia.

Per questo è noto che la Russia stava da tempo lavorando per creare un sistema bancario alternativo a Swift dove far confluire il suo traffico bancario internazionale ed evitare cosi’ che venisse usata quella stessa arma contro il proprio sistema bancario.

Una simile iniziativa pero’ richiede del tempo, non tanto per l’implementazione tecnica, ma per il fatto che, una volta creato il sistema anti-swift, poi devi convincere gli altri paesi ad usarlo; altrimenti resta solo un bel giocattolo inutile.

E difficilmente altri paesi si farebbero convincere a entrare in questo “club” che di fatto sfiderebbe la supremazia del dollaro e il regime finanziario globale degli USA.

Almeno, questa era la situazione fino a ieri…

Cio’ che è avvenuto a fine settembre infatti segna un drastico cambiamento in questa situazione.

Il Presidente dell’UE Federica Mogherini e il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif hanno firmato un accordo per creare un sistema di transazioni alternativo a Swift per gli scambi tra banche iraniane e banche europee.

L’accordo è in aperta rottura con la richiesta americana, fatta quasi in contemporanea da Trump a Bruxelles, di ripetere il ciclo di sanzioni del 2012 ai danni di Teheran con il blocco delle esportazioni iraniane verso i paesi UE.

Non sappiamo ancora i motivi per cui l’Europa, solitamente cosi’ accondiscendente, abbia preso una decisione cosi’ drastica e “coraggiosa”.

Sappiamo pero’ che questa contromisura crea anche una profonda spaccatura fra i paesi membri dell’UE.

Il motivo infatti per cui difficilmente troverai questa notizia nei media ufficiali italiani è che l’Italia non ha aderito a questa iniziativa.

L’incontro fra la Mogherini e il ministro iraniano era presenziato da Francia, Germania, Russia e Cina, ma non dall’Italia (ovviamente anche gli USA erano assenti).

Un accordo internazionale che metta in discussione non solo il sistema Swift, ma anche il dollaro come valuta di scambio globale (si presume che gli scambi fra Iran e paesi “ribelli” avverranno in euro) puo’ essere considerato una pietra miliare per la dedollarizzazione del mondo, un processo che fino ad ora era stato piu’ un piacevole argomento accademico che una realtà prossima ad avverarsi.

A partire da ora, un gruppo di paesi che abbia realmente messo in pratica un sistema anti Swift (e anti dollaro) esiste davvero e potrebbe un giorno allargarsi ad altre nazioni.

E il fatto che l’Italia si sia chiamata fuori, rappresenta una scelta di campo importante e carica di conseguenze.

L’Italia ha scelto di schierarsi a fianco degli USA in questo epocale scontro commerciale e finanziario.

Ma per ora, preferisce non farlo sapere troppo in giro…