Perché Mattarella è andato nei Paesi Baltici?

Tutti i media ne hanno parlato, ma hanno dimenticato di spiegare la ragione del viaggio.

In realtà, con questa visita il Presidente italiano ha fatto una ricognizione dei nuovi “muri” che l’Europa sottomessa alla Nato sta costruendo fra sé e un mondo esterno ritenuto come abitato da “nemici” e quindi carico di oscure minacce.

Quella stessa Europa che Mattarella, nel suo discorso a Riga, sostiene che abbia abbracciato un modello di “società aperta”, sta finanziando infatti una “muraglia cinese” metallica nelle tre repubbliche baltiche visitate dal Presidente.

La Lettonia sta costruendo una recinzione metallica di 90 km, alta 2,5 metri, lungo il confine con la Russia, che sarà estesa nel 2019 per altri 190 km, con un costo previsto di 17 milioni di euro.

Una analoga recinzione di 135 km è in via di completamento in Lituania, mentre l’Estonia ha annunciato la prossima costruzione di una recinzione, sempre al confine con la Russia, lunga 110 km e alta anch’essa 2,5 metri, finanziata dall’UE.

La ricognizione dei nuovi “confini” blindati europei è stata fatta da Mattarella in due riprese.

La prima volta a luglio e la seconda a settembre.

In quest’ultima visita il Presidente italiano si è recato alla base militare di Ᾱdaži, presso il contingente italiano schierato dalla Nato in Lettonia, ed ha incontrato il presidente lettone Raymond Vejonis, il quale ha approvato in aprile il disegno di legge che proibisce l’insegnamento del russo in Lettonia, un paese la cui popolazione è per quasi il 30% di etnia russa e il russo è usato quale lingua principale dal 40% degli abitanti.

Non è chiaro se queste iniziative del Presidente italiano a supporto di paesi che adottano misure liberticide e discriminatorie erigendo nuove barriere, anche simboliche, con l’esterno faccia parte di una strategia specifica del Quirinale all’estero oppure si integrino con un piano di politica estera del Governo.