Incredibile a dirsi, ma alcuni investitori ancora oggi comprano certi titoli di borsa che hanno visto su un giornale o una pubblicità, senza conoscere la strategia occulta che lega la finanza ai media!

Sempre più spesso i quotidiani e i magazine finanziari ospitano articoli dove vengono discusse le “sorti”, quasi sempre “magnifiche e progressive” di quel titolo o di quell’azienda quotata in borsa.

Per non parlare delle IPO, cioè le immissioni in borsa di aziende famose che non erano mai state prima sul mercato e che vengono spesso strombazzate ai quattro venti, invogliando gli incauti lettori ad acquistare il titolo appena possibile (ricordi pochi anni fa quando Faceoobk fu quotata in borsa la prima volta? Fu un autentico massacro!).

Ora, la domanda è: quanto è rischioso esattamente comprare un titolo solo perché citato dalla stampa patinata?

Prima di tutto ti darò una risposta ovvia e “leggera” a questa domanda…

Successivamente… ti spiegherò una strategia inquietante legata a questo argomento e a cui forse non avevi ancora pensato. Strategia che ti conviene assolutamente sapere, prima di arrischiarti a fare qualsiasi investimento in borsa!

Ma andiamo per ordine…

La prima risposta che mi viene in mente è che chi investe seguendo i giornali raramente ha la possibilità di farsi un portafoglio ragionato di titoli.

Le notizie dei giornali riguardano sempre questo o quel singolo titolo di borsa e non vanno mai al di là di questo.

Il fatto è che quando compri un singolo titolo, la probabilità che salga o scenda è al 50%, anche se è stato un giornale a consigliartelo.

Quindi comprando quel titolo stai praticamente puntando i tuoi soldi a un tavolo di roulette. Le probabilità che esca rosso o nero sono le stesse.

I giornali non ti dicono mai quanti titoli dovresti comprare, in quante quote rispetto all’intero capitale e per quanto tempo dovresti tenerli.

Senza queste informazioni cruciali, investire in questi titoli, come ho detto è praticamente giocare d’azzardo.

Il solo modo che hai di compensare il rischio è infatti distribuirlo in più titoli, creandoti un portafoglio che rifletta l’andamento di diversi settori, magari antagonisti fra loro, e rivendendo i titoli man mano che producono un guadagno, oppure prima che producano una grossa perdita.

Ora, visto che un giornale non ti fornisce le informazioni per fare tutto questo, è evidente che le notizie in esso contenute non sono consigli di investimento. Si tratta di informazioni di carattere generale e niente di più.

Bene, questa è la risposta più semplice che posso dare alla questione, ma come dicevo c’è anche un modo più profondo e sorprendente di affrontare il problema.

L’informazione dei giornali e delle riviste economiche non è in realtà casuale. Fa parte di uno schema ben preciso che sto per rivelarti e che non puoi permetterti di ignorare, se vuoi investire in borsa.

Ti consiglio perciò di leggere attentamente le prossime righe.

Per farti capire meglio il mio ragionamento, ti darò prima lo schema generale dei mercati…di qualsiasi mercato di borsa.

Ecco in cosa consiste…

Tutti i mercati di borsa attraversano quattro fasi
in cui i titoli che vengono scambiati sono, rispettivamente:

  1. poco costosi e in rialzo
  2. costosi e in rialzo
  3. costosi e in ribasso
  4. poco costosi e in ribasso

Le fasi 1 e 2 sono quelle in cui si può e si deve investire.

I prezzi nella fase 1 sono ancora ottimi; ma anche nella fase 2, anche se i prezzi sono già aumentati, c’è ancora molta prospettiva di ulteriori rialzi.

Le fasi 3 e 4 sono invece da evitare.

I titoli nella fase 3 non hanno più speranza di aumentare ancora; dopodiché, nella fase finale (fase 4) inizia il loro declino. A quel punto tutti escono dal mercato e i prezzi restano in discesa per un lunghissimo periodo.

Chi incappa perciò nelle fasi 3 e 4 di un mercato è destinato a vedere i propri titoli in discesa per moltissimo tempo, accumulando molte perdite.

Ora, l’aspetto che dobbiamo prendere in considerazione in questo schema è:

CHI investe nella fase 1, CHI investe nella fase 2, CHI investe nella fase 3 e 4?

Abbiamo detto che le fasi 1 e 2 sono le più convenienti, ma ciò non significa che, sapendo questo, tutti investono in queste due fasi. Al contrario!

La verità è che il rialzo dei prezzi è direttamente proporzionale all’entrata degli investitori.

Se il prezzo è ancora basso, vuol dire che sono ancora in pochi ad essere entrati. Invece, man mano che sempre più persone acquistano, il prezzo ovviamente aumenta.

Da ciò si deduce che la fase 3, quella in cui i prezzi sono al massimo, è anche la fase in cui la maggioranza delle persone è entrata nel listino in questione o in uno dei suoi titoli.

Capisci cosa vuol dire questo? Non è allarmante? Te lo dico ancora più chiaramente:

La massa investe nel momento peggiore, proprio quando il prezzo è troppo alto!

Di conseguenza: la massa è destinata a perdere o a guadagnare poco dagli investimenti!!

Nel grafico qui sotto ti mostro un esempio di ciò che sto dicendo.

Il grafico mette in relazione le fasi di un listino con l’entrata degli investitori.

Consideriamo l’andamento dello S&P500, l’indice americano (linea blu del grafico) che, giunto a un valore molto alto nel 2000, iniziò una discesa fino al 2003, toccando uno dei suoi minimi storici.

Dopo quell’anno ci fu un lungo e storico rialzo che durò fino allo scoppio della famosa bolla dei subprime del 2008.

Concentriamoci proprio su questo storico rialzo.

Il grafico illustra quali sono state le diverse tipologie di investitori che hanno iniziato a comprare i titoli del listino a partire dal minimo del 2003, poi per tutta la lunga fase di rialzo e infine poco prima o durante lo scoppio della bolla nel 2008.

Come puoi leggere nel grafico, quando quel mercato era ai minimi nel 2003 solo “pochi eletti” erano consapevoli che i prezzi avevano raggiunto un minimo storico ed era quindi il momento di entrare e comprare i titoli del listino a prezzi davvero stracciati.

Cattura

Man mano che i prezzi salirono (e che quindi l’indice passò alle fasi 1 e 2 del nostro schema), sempre più gente entrò nell’indice, comprando a prezzi sempre maggiori, ma approfittando di un lungo andamento a rialzo che consentiva ancora ottimi guadagni.

Ho chiamato queste persone “investitori informati”, perché si tratta di persone che in un modo o nell’altro avevano informazioni corrette sulla convenienza dei prezzi e che quindi ottennero una buona performance dai loro investimenti.

Il numero degli investitori informati tuttavia, pur essendo superiore a quello dei pochi eletti, era nettamente inferiore alla massa del “parco buoi” entrata successivamente.

“Parco buoi” in gergo indica la massa indistinta e inconsapevole di investitori che, come si vede nel grafico, entra solo nella fase finale del ciclo, nel punto più alto della curva (cerchio nero grande), quando i prezzi hanno già quasi completato la corsa al rialzo (fase 3).

Chi fa parte del parco buoi resta in questo modo intrappolato nei successivi e immediati ribassi del ciclo, che spesso sono drammatici, come lo fu appunto il successivo scoppio della bolla (2008).

La morale indicata dal grafico qual’è?

È che in un qualsiasi ciclo di borsa, il ristretto gruppo di persone che entra ai minimi (pochi eletti) guadagna di più di coloro (un po’ più numerosi) che entrano nelle fasi 1 e 2. Così come questi ultimi guadagnano più del vastissimo gruppo perdente del “parco buoi”.

In definitiva, all’aumentare delle dimensioni dei gruppi che entrano in un ciclo di borsa, i guadagni diminuiscono fino a trasformarsi in perdite.

I ristretti gruppi che guadagnano di più sono quelli che riescono ad acquistare i titoli nelle prime fasi del ciclo, quando i titoli sono ancora in perdita o hanno guadagnato ancora poco e perciò hanno prezzi molto bassi.

Il maggior numero di investitori invece compra ai massimi, perché è rassicurato dal fatto che i titoli sono da tempo in forte salita. Poi però, quando inizia la fase 4, cioè durante la discesa a picco di tutti i titoli del listino, in preda al panico vende ai minimi, cioè a prezzi bassissimi, accumulando forti perdite.

Come puoi notare, le due tipologie di investitori si comporta in modi diametralmente opposti.

Quelli che guadagnano, comprano quando i titoli non hanno ancora totalizzato aumenti considerevoli e quindi non sono ancora molto ricercati dalla massa.

Quelli che perdono o guadagnano poco comprano invece quando i titoli hanno già raggiunto aumenti spettacolari e quindi sono sotto i riflettori dei media e sono perciò molto ricercati dalla massa.

Adesso inizi a capire dove voglio arrivare?

Più qualcosa è apprezzato dalla massa, più compare nei giornali e negli altri mezzi di comunicazione, più il suo prezzo è ormai troppo alto per costituire una reale possibilità per l’investitore che vuole davvero guadagnare!

Per te che vuoi investire in borsa è dunque cruciale stabilire da che parte stare: da quella della massa o da quella della minoranza di investitori che guadagna!

Visto che le borse attraversano continuamente delle fasi cicliche come quella che abbiamo descritta, è importante che all’interno di questi cicli tu stia sempre attento a decidere in quale fase del ciclo vorrai entrare e a quale gruppo di investitori vorrai appartenere.

Per fare questo è importante che tu abbia sempre presente questa regola:

la posizione che avrai all’interno di un ciclo di borsa dipenderà dal prezzo dei titoli che comprerai, ma questo prezzo dipenderà a sua volta dall’informazione su cui ti sarai basato per scegliere i tuoi titoli.

Infatti, tutte le diverse tipologie di investitori che abbiamo inserito nel grafico (i pochi eletti, gli informati e il parco buoi) investono sulla base delle informazioni che ricevono sui titoli e i listini.

Ma la qualità di queste informazioni nei diversi gruppi di investitori è nettamente diversa; ed è proprio questa differenza a determinare la loro posizione nel grafico (e quindi in definitiva i loro guadagni e le loro perdite).

Se dunque per le tue scelte di investimento ti baserai sull’informazione di massa (giornali, magazine economici e finanziari che strombazzano questo o quel titolo quando è già troppo apprezzato e costoso), ti disporrai per forza nelle fasi 3 e 4 del mercato, quindi nel numeroso, ma sfortunato gruppo del “parco buoi”.

Se invece ti baserai su informazioni di qualità che ti segnalano i titoli quando ancora non sono conosciuti dalla massa e hanno perciò un prezzo molto basso e conveniente, otterrai gli stessi guadagni, non dico dei “pochi eletti” (questi ultimi sono i grandi investitori e gestori di grossi capitali che stanno nelle stanze dei bottoni e influenzano il mercato, piuttosto che seguirlo), ma almeno degli “investitori informati”!

Tornando perciò alla domanda iniziale di questo articolo (è rischioso investire seguendo i consigli della stampa di massa specializzata in temi economici e finanziari?) la risposta più rigorosa e statisticamente precisa che posso darti dovrebbe essere formulata così:

È l’informazione finanziaria a influenzare, selezionare e distribuire i gruppi di investitori lungo le fasi di un ciclo di borsa.

Perciò più i tuoi strumenti di informazione saranno di massa, più ti posizionerai nelle fasi tardive e rischiose di un ciclo.

Al contrario, più la tua informazione sarà elitaria, ristretta a un gruppo selezionato di persone, più ti posizionerai nelle prime fasi vincenti di un ciclo.

Un esempio di informazione “ristretta” sono i magazine e le newsletters americane dedicate agli investitori indipendenti (ne ho parlato diffusamente qui).

Si tratta di servizi a pagamento che diffondono informazioni finanziare basate su analisi che tentano di anticipare i movimenti dei mercati, piuttosto che darti semplici avvisi di investimento a “babbo morto”, quando è ormai troppo tardi.

Nel 2013 ho voluto introdurre questo tipo di informazione anche al di fuori degli Stati Uniti, fondando Cash Sentinel, il primo (in ordine di tempo) servizio informativo in lingua italiana dedicato agli investitori individuali.

Oggi Cash Sentinel si è evoluto nel nuovo servizio Strategie Portfolio, basato sulle mie analisi fondamentali e sulle analisi tecniche di altri collaboratori (oltre che sulle informazioni che ricevo da altri analisti finanziari di tutto il mondo).

Il servizio tende a sfruttare le fasi precoci dei cicli di borsa di cui ti ho parlato e di conseguenza cerca di ottenere un rendimento annuale molto superiore a quello degli investitori medi (diciamo almeno un 10% annuo, con la speranza di superare questa soglia quando le condizioni cicliche sono particolarmente favorevoli).

Strategie Portfolio è dunque un tipico esempio di informazione che seleziona e orienta in modo virtuoso i suoi lettori, anziché dirigerli verso le fasi tardive e poco remunerative dei mercati.