Come sappiamo, dal 2011 a oggi la BCE  ha aumentato l’offerta di liquidità nel sistema finanziario acquistando nel mercato enormi quantità di titoli di borsa, soprattutto obbligazioni governative.

Dal 2016 poi il programma è stato esteso anche alle obbligazioni societarie.

Durante il picco del programma di acquisti, la banca centrale faceva man bassa di oltre 2 miliardi di debiti societari alla settimana, sostenendo aziende come BMW e Daimler in Germania, Spagna Telefonica e Gas Natural in Spagna, Eni in Italia e Engie e Sanofi in Francia.

Come annunciato da Draghi il mese scorso, la BCE ha finalmente deciso di chiudere gradualmente tali acquisti, che nel 2019 potrebbero già ridursi a soli 400 milioni di euro al mese.

Si pensa comunemente che, per la sua gradualità, questo cambio di strategia non provocherà traumi al sistema; ma purtroppo in questi giorni alcuni segnali inquietanti fanno pensare il contrario.

Il motivo è che la riduzione degli acquisti da parte della BCE accelera il declassamento delle obbligazioni societarie “investment grade” al livello “high yeld”, comunemente definito “spazzatura”.

In Europa infatti la qualità dell’indebitamento societario nel suo complesso continua a deteriorarsi e ormai basta una spintarella per farlo crollare.

Ora ad esempio  le obbligazioni con rating BBB- (la categoria di investimento più bassa del settore “investment grade”) rappresentano la metà di tutti i debiti in Europa, mentre solo un decennio fa erano solo il 19%.

Man mano che questo debito BBB viene poi ulteriormente declassato a quello “high yeld”, comunemente definito “spazzatura”, le aziende che lo emettono troveranno sempre più difficile e costoso fare nuovo debito, visto che la BCE non è piu’ il loro abituale acquirente.

Il mercato obbligazionario lo sa e sta già iniziando ad abbassare i prezzi di queste obbligazioni, facendone salire di molto i rendimenti (e quindi gli sforzi delle aziende che devono pagarli ai creditori).

La situazione è cosi’ grave che un colosso come Volkswagen ha visto allargarsi di 100 punti base lo spread tra le sue obbligazioni e quelle del governo tedesco.

Per fare un esempio degli squilibri che accadono quando una obbligazione BBB detenuta dalla BCE viene declassata a “spazzatura”, ecco una vicenda inquietante accaduta di recente…

Secondo fonti citate da El País, la BCE, attraverso il suo programma di acquisto di obbligazioni societarie, detiene almeno 200 milioni di euro – poco più di un quinto – del debito emesso dalla Distribuidora Internacional de Alimentos (Dia).

Fino a ottobre, quelle obbligazioni erano riuscite a mantenere lo status di “investment grade”, ma da dicembre sono state classificate come “spazzatura”.

Cosa era successo?

Dia, che era una delle più grandi catene di alimentari in Europa, ha visto crollare il prezzo delle sue azioni del 90% a seguito degli ultimi tre bilanci negativi pubblicati nel 2018.  Il suo rating è stato ridotto a spazzatura nel giro di poche settimane e il titolo azionario è stato espulso dall’indice di riferimento spagnolo, l’Ibex 35.

Per rassicurare i suoi creditori, tra i quali figurano quattro dei cinque più grandi istituti di credito spagnoli: Santander, BBVA, CaixaBank e Banco Sabadell, nonché importanti banche europee come Barclays, Société Générale e Deutsche Bank, il senior management dell’azienda ha promesso di scaricare la divisione cash & carry e di chiudere i suoi più grandi negozi in perdita, nella speranza di ottenere una nuova linea di credito da 200 milioni di euro.

Il fallout per gli obbligazionisti è stato brutale. Le obbligazioni scambiate a circa 100 centesimi di euro all’inizio dell’anno (in gran parte grazie al sostegno della BCE), sono attualmente scambiate a 68 centesimi, 60 centesimi e 57 centesimi sull’euro, secondo l’ordine di scadenza ( 2019, 2021 e 2023).

In altre parole, “l’investimento” della BCE in Dia ha perso oltre un terzo del suo valore.

Ciò testimonia la forza con cui un mancato acquisto della BCE puo’ trascinare a livello spazzatura le aziende che erano riuscite a mantenersi “investment grade” solo grazie al suo massiccio programma di acquisti.

La BCE detiene ancora più di 176 miliardi di euro di debito societario europeo. L’equivalente di circa un quinto di tutte le obbligazioni societarie emesse da giugno 2016.

Il fattore BCE avrà quindi una certa rilevanza nel deterioramento del panorama produttivo europeo.

Il 2019 potrebbe essere un anno di “fallimenti eccellenti” per molte di queste società, con una imprevedibile reazione a catena sia nel sistema economico che in quello bancario europeo.

Non proprio l’anno migliore per investire nelle borse europee…