Abbiamo sempre detto che la politica dei rialzi dei tassi della Federal Reserve ha come scusa ufficiale la “lotta all’inflazione”, ma in realtà il suo scopo è geopolitico.

Una dimostrazione pratica di questa tesi è l’effetto dei rialzi dei tassi americani sullo yuan cinese.

Considera questa sequenza:

15-16 marzo 2022: la Fed inizia ufficialmente il primo rialzo dei tassi.

26-27 luglio 2022: la Fed incrementa il rialzo a 75 punti base.

E vedi in questo grafico cosa hanno comportato questi due eventi per lo yuan:

Si tratta di un vero e proprio KO in due colpi che ha riportato lo yuan ai livelli degli anni ’90…

Con l’aiuto dei nostri precedenti articoli, cercheremo di capire meglio la partita che c’era in gioco fra le due superpotenze fin dal 2020 e il senso di questo suo esito finale causato dalla Federal Reserve.

Detto in due parole: dal 2020 al 2021 la Cina era riuscita ad apprezzare lo yuan sul dollaro. Ma nel 2022, con i rialzi dei tassi, la Fed è riuscita a vanificare questi sforzi, riportando lo yuan all’età della pietra.

Ma vediamo in dettaglio le tappe di questa sequenza di eventi…

Iniziamo dal 2020

In questo articolo di settembre 2020 spiegavamo che la Cina stava mettendo in pratica le seguenti misure:

  • investimenti in infrastrutture e aiuti di stato per la ripresa dei consumi azzerati dal covid.
  • distruzione di Hong Kong come piazza finanziaria indipendente
  • aumento delle riserve in yuan nelle banche estere
  • massiccio aumento di materie prime

Le prime due misure hanno interrotto l’emorragia di yuan fuori dal paese.

La terza ha contribuito a rafforzare gli effetti positivi sullo yuan delle prime due misure.

La quarta ha creato le premesse per una inflazione senza precedenti in occidente, che effettivamente si scatenerà a metà del 2021.

E’ da questo momento che la Cina ha ripreso il controllo dello yuan, iniziando a rafforzarlo sulle altre valute.

Passiamo al 2021

In questo articolo di febbraio 2021 spiegavamo che:

grazie alla ripresa economica post covid iniziata in anticipo rispetto all’occidente, la Cina ha incrementato le sue entrate commerciali in dollari, riempiendo di questa valuta pregiata le sue banche.

Nel frattempo, come avevamo indicato in questo articolo, la Cina ha iniziato a rimettere sul mercato le materie prime che aveva accumulato.

In questa fase infatti il problema cinese era che lo yuan rischiava di apprezzarsi troppo.

Dunque una piu’ equilibrata bilancia commerciale con l’occidente e una gestione oculata delle riserve monetarie servivano bene allo scopo.

Riassumendo quindi, nel 2021 lo yuan era talmente saldo nella sua posizione di preminenza che il governo doveva preoccuparsi di non farlo salire troppo…

La libertà di movimenti Cinese

Riflettendo su quanto detto finora, possiamo notare un fatto importante, cioè che, nei due anni considerati, la Cina ha potuto adottare tutte queste misure a proprio piacimento, grazie a una completa libertà di movimenti sulle piazze commerciali e valutarie globali.

Senza la possibilità di approvigionarsi di materie prime e beni e di rivenderle secondo le necessità, la Cina non avrebbe potuto modulare cosi’ facilmente la propria bilancia commerciale e gli scambi valutari con l’estero.

Ecco perché, a partire dal 2022, gli USA hanno deciso che l’unico modo per riprendere il controllo dell’economia post covid era ridurre questa libertà di movimenti.

Da qui l’invenzione della guerra ucraina e, con l’aumento indiscriminato del dollaro, la destabilizzazione di molti altri paesi. Due fattori che hanno iniziato a rendere molto piu’ difficile il transito di materie prime e merci a livello globale.

E arriviamo cosi’ all’epilogo del 2022…

…nel quale, con il semplicissimo stratagemma di aumentare i tassi in uno scenario di guerra, gli USA sono riusciti a innescare una vera e propria isteria di massa sotto forma di una corsa al dollaro globale, perseguita ciecamente da governi e istituzioni alla ricerca di un immaginario “porto sicuro”.

In questo scenario completamente mutato, la Cina, oltre ad avere uno yuan di nuovo a terra, si ritrova a non poter piu’ calibrare liberamente le proprie riserve di materie prime, aumentandole o riducendole per variare a piacimento l’inflazione globale e la propria bilancia commerciale.

In questo recente articolo ad esempio apprendiamo che la Cina ha dovuto interrompere il programma di vendite delle sue riserve di grano, che erano iniziate dal 2021 per proteggere i suoi produttori e modulare l’inflazione da lei stessa prodotta nel 2020.

Infatti la guerra ucraina, con la penuria di grano globale che ne deriva, renderebbe difficile per la Cina ricostituire in futuro queste riserve, una volta terminate le vendite e all’ottenimento di un prezzo nuovamente interessante di questa materia prima.

Questo è solo un esempio di come oggi la Cina non si trovi piu’ ai bei tempi del post covid, quando poteva fare il bello e cattivo tempo nell’economia mondiale.

Con uno yuan ancora una volta in caduta libera, ora la Cina è costretta a reiterare i lockdown per ridurre i consumi e la domanda, nel tentativo di “congelare” le cose, mettendo la società in una campana di vetro in attesa di tempi migliori.

Il governo vorrebbe anche intensificare la supervisione dei prezzi, rafforzando la repressione della speculazione sia nei mercati spot che dei futures. Ma, non avendo potere sulle piazze finanziarie, interamente in mano all’occidente, le sue sono armi spuntate in questo senso.

Modulare la domanda e l’offerta interne e procurarsi materie prime nelle nuove vie commerciali aperte dai paesi antagonisti dell’occidente (le abbiamo elencate qui) è quindi la via obbligata per questo paese.

Tuttavia, per quanto riguarda il problema specifico dell’aumento del dollaro, che continua a strangolare lo yuan e tutte le altre valute mondiali, non c’è una contromisura diretta che la Cina o gli altri paesi possano adottare.

Il rialzo del dollaro è un problema risolvibile solo all’interno degli USA.

Quando la corsa dei tassi e del dollaro arriverà al limite estremo di una possibile catastrofe nel mercato obbligazionario, solo allora la Federal Reserve si fermerà e lo yuan potrà di nuovo respirare…