Oggi desidero segnalare un utilissimo articolo dell’Huffington Post in cui viene spiegata per la prima volta con estrema semplicità la diatriba sul MES che si è scatenata in Europa la settimana scorsa.

Il dato di partenza sono le mutate prospettive economiche italiane, che hanno fatto cambiare totalmente idea alle formazioni politiche attualmente al governo, che tradizionalmente erano sempre state a favore del MES.

Secondo le previsioni degli analisti, a causa delle misure prese a seguito dell’emergenza sanitaria il PIL italiano potrebbe subire una contrazione che va dal 2,6% all’11%. E questo nel contesto di una analoga contrazione complessiva del PIL europeo compresa tra il 2% e il 10%.

Finora eravamo abituati a discutere di differenze dello zero virgola, riguardo al PIL.

Riduzioni del PIL espresse in numeri interi, addirittura a due cifre percentuali, sono davvero terrificanti…

E di fronte a questa fosca prospettiva, la propaganda politica italiana prende la palla al balzo e invita a crogiolarsi sull’idea che ormai tutti i paesi europei sono sulla stessa barca. Di conseguenza, non dovrebbe essere un problema “salvare” l’Italia nel modo in cui i nostri politici vorrebbero.

In questo articolo spiegheremo perché questo ragionamento è illusorio e perché ci sono alcuni stati europei decisamente contrari a questa prospettiva.

L’Italia in pratica sta chiedendo all’UE di annullare le differenze tra le emissioni di debito dei vari paesi, in modo che i titoli di stato italiani siano identici a quelli tedeschi, olandesi ecc.

In sostanza è questo il motivo per cui Conte e la Merkel stanno litigando…

L’Huffington Post sostiene che questo litigio sia dovuto solo al fatto che la Germania e altri paesi non vogliono perdere il loro vantaggio competitivo con l’Italia.

Ora, non dico che cio’ non sia vero, ma se ci fermiamo solo a questo, scambiamo il dito per la luna…

La vera posta in gioco non è la semplice competizione fra stati.

La posta in gioco è il valore dell’euro rispetto al dollaro, e piu’ in generale i rapporti di forza fra le valute, che traduce i rapporti di forze tra le diverse economie del mondo.

Mi spiego meglio…

L’euro oggi è una valuta ancora in parte legata a fondamentali economici, perché il suo valore è supportato dalle sue “zone di pregio”, cioè da quelle parti ricche dell’eurozona le cui economie gli forniscono un valore reale.

La proposta italiana costringerebbe invece a determinare il valore dell’euro sulla base di un mero artificio contabile, non piu’ supportato, almeno in parte, da una economia reale.

Il ragionamento dell’Italia è che la pandemia ha comunque azzerato le differenze tra economie di pregio ed economie povere, quindi tanto vale annullare tutto e ricalcolare su nuove basi il valore della valuta europea.

Altri paesi invece considerano questo azzeramento come un effetto solo temporaneo dell’emergenza sanitaria.

Una volta cessato l’effetto negativo dell’epidemia, alcuni paesi sarebbero in grado di riprendersi e di dare nuovamente un valore fondamentale all’euro.

Quindi non ci sarebbe motivo di un reset dell’euro cosi’ drastico, che indebolirebbe la credibilità di questa valuta per sempre, solo per fare fronte a un problema temporaneo.

Bisogna ricordare che il valore di una valuta dipende dalla sua credibilità internazionale.

Non è un caso che i maggiori competitors degli USA, cioè Russia e Cina hanno sempre cercato in questi anni di ridimensionare la credibilità del dollaro.

Quindi, prima di sferrare un duro colpo alla reputazione dell’euro, mostrando al mondo che a partire da quest’anno la valuta europea diventerà una mera finzione contabile, è normale che ci si pensi due volte.

Qualunque sia la nostra opinione sulle politiche europee e su quelle italiane, sia che siamo sovranisti o globalisti, europeisti o anti-euro, se vogliamo fare delle previsioni realistiche su come si accorderanno i paesi europei rispetto al debito italiano, non possiamo ignorare questa posta in gioco che va oltre i pur probabili “egoismi” dei singoli paesi.

Puoi stare certo che, anche se i media non lo dicono, i paesi della zona euro, e ancora di piu’ la BCE, stanno valutando attentamente questa problematica.

L’assetto che verrà dato alla zona euro al termine dell’emergenza sanitaria influenzerà la forza economica europea per i decenni a venire.

Per quanto si possa avere a cuore il destino dell’Italia o di qualunque altro singolo paese, bisogna sapere che c’è anche questa posta in gioco, molto piu’ grande di noi.

Se siamo consapevoli di questa prospettiva, allora dobbiamo ammettere che, anche nello scenario migliore per l’Italia (per intenderci, se alla fine dovesse prevalere la linea di Draghi), gli altri paesi troveranno sempre il modo per differenziare i debiti pubblici dei singoli paesi.

Alla fine percio’, gli stati europei troveranno una specie di compromesso (che peserà ovviamente sulle spalle degli Italiani ignari).

Gli aiuti all’Italia verranno concessi, magari anche nella modalità desiderata dai governanti italiani, ma il governo sarà costretto a fare una ristrutturazione mascherata del proprio debito, non in modo esplicito col MES, ma in altri modi “nascosti”.

Il governo tornerà “vincitore” a Roma, vantandosi di aver vinto la sua battaglia contro il MES.

Ma poi dovrà ottemperare agli impegni che avrà assunto con gli altri paesi.

Obbedirà ai loro diktat per ristrutturare il proprio debito.

Come afferma su La Stampa Paolo Scaroni, ex presidente di Eni ed Enel e ora vice presidente di Rothschild Group, i provvedimenti economici per ristrutturare il debito italiano sono inevitabili nei prossimi anni.

Ci saranno forse una riforma del catasto (con immediata distruzione delle proprietà immobiliari private), aumenti dell’IVA, eliminazione di esenzioni fiscali, fino ad arrivare alle misure “greche”, che pero’ a mio avviso spunteranno in una seconda fase.

Queste misure saranno pubblicizzate dal governo come modi per “impedire” la ristrutturazione del nostro debito.

In altre parole, pur essendo queste misure proprio dei modi per ristrutturare il debito, potremo assistere a campagne mediatiche in cui si dirà: “per evitare la ristrutturazione del debito, vi chiediamo di fare questi sacrifici“.

In questo modo, tutti i cittadini saranno convinti di “salvare la patria” facendo “un dispetto all’UE” mentre invece non faranno che ottemperare ai diktat che gli altri paesi avranno imposto all’Italia per “evitare il MES”.

E il governo italiano avrà finalmente trovato la quadratura del cerchio: inchinarsi alla volontà degli altri paesi fingendo di fare esattamente il contrario…