Il dollaro sta diventando una vera e propria arma non convenzionale utilizzata dagli Stati Uniti per contrastare lo sviluppo delle economie non occidentali.

Negli ultimi anni, infatti, con una evidente accelerazione dal 2020 a oggi, si sta creando sotto gli occhi dell’occidente un’intera economia globale alternativa che si basa su rotte commerciali da cui l’occidente è escluso:

– La International North South Transportation Corridor è una rotta commerciale eurasiatica tra Russia, Iran e India – attraverso il Mar Caspio – più breve ed economica di quella che passa per il Canale di Suez.

– La Belt and Road Initiative, la rotta che va da Vladivostok a Bilbao ed ha decine di itinerari intermedi tra Asia Centrale e Africa.

– Le Silk Pipelines, che comprendono tutti gli oleodotti e gasdotti che non passano per l’occidente e transitano tra Asia Centrale, Turchia, Russia e Estremo Oriente.

Questi immensi corridoi commerciali sono gestiti da organismi internazionali, come l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) e l’Unione economica eurasiatica (EAEU), che coordinano gli sforzi per creare una economia globale inclusiva e basata sullo scambio di merci, piu’ che sui debiti e sulla finanza.

Nello stesso lasso di tempo, la Federal Reserve, di concerto con il Pentagono e gli organismi americani che influenzano i conflitti armati nel mondo, hanno gettato le basi per una prolungata fase di rafforzamento del dollaro sulle altre valute mondiali.

Sia le politiche della Fed infatti che l’instabilità creata dalle nuove guerre regionali, soprattutto quella in Ukraina, hanno determinato una corsa al dollaro come valuta-rifugio; finché questo dollaro, giunto ormai ai valori piu’ alti degli ultimi 20 anni, unito a un’inflazione su scala planetaria, è arrivato a provocare la destabilizzazione di moltissimi paesi.

Non passa giorno senza che da qualche parte del mondo si scateni una qualche forma di protesta destinata a destabilizzare la società e il governo in carica del paese interessato.

Non sappiamo se la creazione di un dollaro cosi’ forte sia stata consapevole fin dall’inizio, oppure se gli USA hanno semplicemente approfittato delle circostanze per arrivarci.

Sta di fatto che attualmente il dollaro è diventata una vera e propria arma di distruzione di massa che rende quasi impossibile ai paesi non occidentali procurarsi energia, cibo e risorse senza prosciugare i propri bilanci.

L’inedita stagione di disordini planetaria che ne deriva, rende piu’ instabile la nuova economia di mercato che si sta affermando in quelle zone.

Ecco quindi che il dollaro mette i bastoni fra le ruote in tutte le iniziative dei vari BRICS, SCO e EAEU, rallentando l’affermazione di un mondo libero dalle pastoie occidentali.

Tuttavia, i costi per tenere a bada questi tentativi di smarcamento dall’occidente stanno diventando altissimi.

I paesi occidentali devono destinare sempre piu’ risorse al mantenimento di questa instabilità, riducendo all’osso le risorse per il loro benessere interno.

l’UE ad esempio, letteralmente non ha i soldi sufficienti per creare i corridoi di gas e petrolio alternativi a quelli russo-asiatici da cui ha deciso di smarcarsi.

Nel frattempo, il conflitto in Ukraina si sta dimostrato un pozzo senza fondo per l’UE, impegnata nello sforzo economico di mantenere in vita il paese e il governo sostanzialmente in bancarotta, per sostenere il conflitto armato e per tentare di rendere sostenibili nei paesi occidentali le conseguenze economiche del conflitto.

In questo momento, semplicemente l’occidente ha messo in pausa il proprio sviluppo economico, mentre tutte le risorse vengono destinate a ostacolare lo sviluppo degli altri.

Nel frattempo, le valute dei paesi coinvolti stanno subendo delle trasformazioni profonde.

Da una parte, le valute dei paesi della nuova economia di mercato extra-occidentale si agganciano sempre piu’ al valore delle materie prime e delle merci scambiate.

Dall’altra, il dollaro risponde con una temporanea messa in pausa della sua espansione monetaria, con la manipolazione a ribasso di alcune materie prime nei mercati dei derivati e con l’aggancio a bitcoin, l’unico asset disponibile in occidente che abbia caratteristiche simili a una materia prima (scarsità programmata che lo rende non inflazionabile).

La situazione non prevede sbocchi realistici, da entrambe le parti.

Contrariamente a quanto pensano i complottisti, i paesi non occidentali non hanno la forza o la lungimiranza per dare un taglio al potere occidentale dei derivati finanziari.

Una reale alternativa economica all’occidente passerebbe solo per la creazione di nuove sedi internazionali che possano stabilire i prezzi delle merci e delle commodities al di fuori della manipolazione dei derivati.

Queste nuove sedi, pian piano si stanno creando, basti pensare ai nuovi mercati dell’oro negli Emirati, in Cina e prossimamente in India. Ma nessuno di questi nuovi centri ha la forza o la volontà di affermare una price discovery diversa da quella stabilita ogni giorno da Londra.

Finché non avverrà una cosa del genere, gli sforzi dei paesi non occidentali, per quanto faraonici nelle dimensioni, resteranno alla stregua di dispetti fatti dai bambini alle spalle del maestro che scrive alla lavagna.

D’altro canto l’occidente, privo delle basi culturali, sociali, politiche e storiche che permettono l’esistenza di una civiltà, non puo’ che proseguire la sua parabola discendente stando in guerra permanente col mondo e con se stesso per ritardare il momento della cancellazione finale.

Come dicevo: non ci sono sbocchi realistici da entrambe le parti.