Uno dei temi piu’ divertenti dei social complottisti è l’idea che Russia e Cina stiano creando delle valute interamente collateralizzate con l’oro. Una specie di gold standard del rublo e dello yuan.

E’ bene chiarire però che, per emettere una valuta gold standard, una banca centrale dovrebbe avere riserve di oro fisico di valore pari ad almeno il 50%-70% di tutta la valuta che intende emettere.

Vogliamo vedere se nel caso di Cina e Russia è davvero cosi’?

In Cina puoi convertire lo yuan in oro fisico, se fai trading di future sul petrolio greggio.

La Cina infatti nel marzo 2018 ha lanciato un contratto future in yuan sul petrolio, dando la possibilità a qualsiasi produttore di petrolio del mondo di vendere il proprio prodotto in yuan.

Ma, dato che la maggior parte dei produttori di petrolio non vuole accumulare grandi riserve di yuan, la Cina dà anche la possibilità di convertire immediatamente lo yuan in oro fisico.

Queste vendite di yuan in cambio di oro avvengono attraverso le borse dell’oro a Shanghai (il più grande mercato dell’oro fisico del mondo) e Hong Kong senza toccare le riserve ufficiali della Cina.

Quindi questa convertibilità dello yuan con l’oro è limitata ai proventi della vendita del petrolio effettuata in Cina e coinvolge le riserve di oro dei mercati liberi, non quelle della banca centrale cinese.

Al momento dunque, non ci risulta che chiunque possa andare in banca e scambiare yuan con oro.

Con le riserve auree attualmente pari al solo 3,5% delle disponibilità della banca centrale, semplicemente non ci sarebbe abbastanza oro per permettere una cosa del genere…

E la Russia?

Dopotutto, è il paese che vanta una delle maggiori quote di riserve auree detenute da una banca centrale, pari a circa il 20% delle riserve globali di oro.

Al momento, questi scambi riguardano beni di provenienza straniera che i Russi pagano direttamente in rubli (proprio come i Cinesi pagano in yuan il petrolio).

Anche qui, gli stranieri che vengono pagati in rubli non hanno interesse a mantenere questa valuta nelle loro riserve, perciò la cambiano subito in oro.

Ovviamente anche questi questi scambi avvengono sul mercato libero dell’oro e non riguardano le riserve auree della banca centrale russa.

La Russia infatti non è in grado di produrre beni e servizi competitivi o particolarmente ricercati nei mercati globali. Quindi, se convertisse rubli con le riserve auree della banca centrale, si ritroverebbe ad aver scambiato le sue scorte d’oro con un paniere di beni e servizi occidentali…. e il rublo sostenuto dall’oro non ci sarebbe più.

Ora, niente di tutto questo vuol dire che non valga la pena prestare attenzione agli sforzi della Cina e della Russia per minare lo status del dollaro USA come valuta di riserva globale.

Ma la possibilità che la creazione di un gold standard sia una componente importante di questo piano di detronizzazione del dollaro non ha alcuna base economica.