Mentre i media dibattono sull’importanza o meno che lo yuan sia dal 1 dicembre entrato ufficialmente nel paniere delle valute del Fondo Monetario Internazionale, noi investitori atteniamoci ai fatti che ci riguardano.

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Lo yuan si avvantaggerà o meno per essere entrato fra le valute di scambio globali? Il dollaro ne verrà intaccato o meno? La Cina diventerà la prima economia mondiale fra sei mesi o fra sei anni?

Tutti questi argomenti sono affascinanti, lo ammetto, ma, dammi retta: NON ti servono per prendere le tue decisioni di investimento sulla Cina! Utilizzali al massimo per fare bella figura con gli amici o al bar…

Per investire invece devi prendere in considerazione solo i fatti che influenzeranno nello specifico i titoli che sceglierai, senza farti sviare da notizie troppo generiche che non ti servono.

Ecco allora quali sono i fatti.

Comunque vada per lo yuan e la Cina a livello internazionale, di sicuro le riserve di Stati, banche e fondi di investimento integreranno anche questa valuta fra i loro asset, semplicemente perché prima non era possibile farlo.

Quindi queste riserve passeranno da un livello prossimo allo zero di yuan a un livello superiore allo zero… …e non importa se sarà 10, 100 o 1000. Importa che nei prossimi anni il trend dovrà essere necessariamente diverso da zero.

E questo fatto influenzerà la redditività dei bond cinesi con il seguente meccanismo.

Prendiamo i bond cinesi con rating AAA, che pagano un 3% l’anno fisso in dividendi.

Oltre al dividendo, gli altri due fattori legati alla loro redditività sono:

  1. Il prezzo delle quote
  2. La rivalutazione dello yuan

Come abbiamo detto, le riserve finanziarie dovranno iniziare a incamerare bond cinesi, visto che semplicemente ora non ne hanno (da zero a maggiore di zero. Non importa quanto).

In più, la Cina ha mostrato di voler iniziare anche lei una politica di bassi tassi d’interesse, come tutte le altre nazioni sviluppate e non del mondo.

Ed è ancora un processo allo stato iniziale. Pensa da quanti anni gli USA e il Giappone stanno già abbassando i tassi e pensa dunque quanto spazio hanno ancora i bond cinesi per crescere!

Entrambi questi fattori dunque rivaluteranno il prezzo dei bond.

Lo yuan, a sua volta, negli ultimi dieci anni si è rivalutato del 3% rispetto al dollaro.

E vista la caduta dello yuan nel crollo di borsa di quest’anno, si può prevedere che il trend a rialzo riprenderà.

Questo porterà alla rivalutazione dello yuan.

Mettendo quindi insieme i 3 fattori:

  • 3% di dividendi
  • dall’1 al 3% di possibile rivalutazione dello yuan
  • dal 4 al 6% l’anno di rivalutazione del prezzo delle quote

Abbiamo una rivalutazione media annua potenziale del 10% sui bond AAA cinesi.

Come approfittarne?

Un buon modo per diversificare i tuoi investimenti in valute, integrando nel tuo portafoglio anche titoli denominati in yuan, può essere:

Market Vectors ChinaAMC China Bond Fund (NYSE: CBON)

Questo etf investe nei bond cinesi AAA di cui ti parlavo.

Ora, è vero che, anche se il rating AAA è il massimo possibile, considera che quando si parla di mercati emergenti non sempre sappiamo se effettivamente questo rating è giustificato o meno.

Del resto però, se già investi in altre valute, come la rupia, il real o la lira turca, e se il tuo obiettivo è di diversificare le valute del tuo portafoglio, non vedo perché dovresti escludere proprio lo yuan, visto che, come sempre accade nelle fasi iniziali di un evento finanziario, il potenziale upside di questa valuta è al momento molto più alto del down side.

Un etf meno rischioso, che si può anche integrare in un portafoglio assieme all’etf precedente per diversificare il rischio totale di esposizione allo yuan, è:

KraneShares E Fund China Commercial Paper Fund (NYSE: KCNY)

Questo etf investe in bond cinesi inferiori a sei mesi, paga lo stesso un dividendo annuale del 3%, ma è meno influenzato dai movimenti a rialzo o al ribasso legati al prezzo del bond e al valore dello yuan.

Quindi il rendimento di questo etf sarà necessariamente più limitato, sia al rialzo che al ribasso.

Con questi due etf, basandoti solo sui fatti concreti e su semplici meccanismi di rivalutazione legati al comportamento dei grandi fondi, degli Stati e delle banche, potrai investire a ragion veduta in questo processo secolare di affermazione dello yuan fra le valute del mondo.

Se per i bond abbiamo parlato di meccanismi statisticamente probabili che anche il buon senso finanziario ritiene possano accadere, per le azioni cinesi, potrebbe scattare un meccanismo molto più deterministico (quindi molto più certo), legato al fatto che gli indici dei paesi emergenti, sorprendentemente, non hanno finora mai incluso i titoli cinesi nel loro benchmark.

Ti spiegherò meglio qui su Segnali di Borsa di cosa si tratta esattamente e, quando sarà il momento, il mio servizio ad abbonamento Strategie Portfolio segnalerà ai suoi abbonati l’unico titolo a mio avviso capace di ottenere un rendimento da questo fatto sorprendente!

Non perdere perciò il prossimo articolo GRATIS sulla “lunga marcia cinese”!

Paolo Rebuffo