Ebbene si, oltre ai 5000 euro fatti gennaio (come annunciato in questo articolo), anche febbraio è stato fra i migliori del nostro servizio di trading intraday Strategie Daily.
C’è una spada di Damocle su Trump e i mercati. E scatterà a marzo.
Nel lontano settembre 2016 avevamo segnalato una situazione molto estrema nel grafico dell’etf che riproduce l’andamento dei titoli di stato USA a 20 anni.
L’articolo segnalava un aumento estremo del prezzo di questi titoli, seguito da un crollo successivo, altrettanto estremo.
Una simile volatilità è insolita nel mercato dei titoli di stato ed è sintomo di una situazione che sta andando verso un punto di rottura.
Nello stesso articolo citato avevamo previsto un successivo rialzo dei prezzi dei bond a 20 anni, che però non si è ancora verificato (come già segnalato in questo precedente articolo).
Il fatto che non si sia verificato non vuol dire però che gli elementi che spingono al rialzo siano finiti. Vuol dire solo che la situazione si è complicata e si sono aggiunte altre forze che si stanno ostacolando fra loro, ritardando l’esito finale.
Per capire la situazione dei tassi USA è necessario avere un quadro chiaro della politica ed economia americana dopo l’elezione di Trump.
A inizio anno abbiamo pubblicato un articolo “definitivo” che spiega con estrema chiarezza quali sono le forze in gioco.
Si tratta di uno degli articoli più importanti di Segnali di Borsa e ti consiglio di leggerlo, se vuoi capirci qualcosa in questo apparente ginepraio di false notizie e “illusioni ottiche” che impediscono di vedere cosa c’è sotto.
In quell’articolo avevamo spiegato perché la Federal Reserve (Fed, la banca centrale americana) ha deciso di aumentare i tassi d’interesse per tutto il 2017.
E’ a causa di questa decisione che i prezzi dei titoli di stato USA non hanno fatto il rialzo che avevamo previsto (i tassi dei titoli di stato sono inversi al prezzo di questi titoli, quindi se i tassi salgono, i prezzi dei titoli di stato scendono). Quindi è su questo aspetto che dobbiamo concentrarci.
Come dicevo, nell’articolo precedente avevamo spiegato perché è stato deciso il rialzo dei tassi.
E il motivo è che i tassi sono già ai minimi. Non c’è abbastanza spazio per ulteriori ribassi, a meno di non pregiudicare la prevalenza del dollaro come valuta più affidabile del pianeta. Perciò la Fed con questi piccoli rialzi vuole in realtà crearsi uno spazio per poter successivamente abbassare i tassi quando alcuni elementi dell’economia USA andranno in crisi.
Cerchiamo quindi di fissare bene questo punto: il vero obiettivo a lungo termine della Fed NON è il rialzo dei tassi, ma il loro ribasso.
Il rialzo dei tassi previsto nel 2017 servirà solo a dare spazio a successivi ribassi dei tassi.
Infatti la politica della Fed non è cambiata dal 2011 a oggi e non può cambiare: si tratta sempre e soltanto di tenere i tassi bassi al fine supremo di tenere basso il carico delle spese per interessi dello Stato. Non può essere altrimenti…
Con un debito aumentato di 15 trilioni di dollari dopo le presidenze Bush e Obama, nessuno stato, anche il più potente della terra, può sostenere il carico di dover ripagare gli interessi a chi ha comprato questo debito sotto forma di titoli di stato… a meno che appunto i tassi d’interesse non siano così bassi da mantenere questa spesa ai minimi storici.
Quindi, nessuna “illusione ottica” è possibile su questo argomento. Il rialzo dei tassi deciso dalla Fed non deve ingannarti. Si tratta di una manovra effimera.
Del resto, alla fine si tratta di semplice matematica: dal 2012 la Federal Reserve ha stampato 4 miliardi di nuovi dollari, ma ha emesso 100 miliardi di nuovi debiti (cioè nuovi titoli di stato).
Anche un bambino capirebbe che non ci sarà mai abbastanza liquidità per pagare gli interessi di questo debito.
L’unico modo per pagarli è emettere nuovo debito. Nuovo debito che fornisce nuova liquidità per pagare questi interessi, ma al tempo stesso crea nuovi interessi da pagare….
…E come abbiamo appena detto, questo circolo vizioso sarebbe insostenibile se non si mantenessero i tassi d’interesse costantemente ai minimi storici!
Il fatto che la politica di alzare i tassi può essere solo marginale te lo dimostra anche il fatto che il nostro etf citato all’inizio è si in perdita, ma si tratta di una perdita che resta sempre contenuta e non potrà che essere così.
Non ci sarà mai un rialzo dei tassi così forte da mandare i prezzi dei titoli di stato (e del nostro etf) in più forte perdita. Se la Fed facesse un rialzo del genere, sarebbe la fine dell’America. Niente di più e niente di meno.
Ora però, parlando del debito USA, dobbiamo aggiungere un altro elemento che sta per diventare la vera spada di Damocle sul mantenimento di questo circolo vizioso del debito americano.
Torniamo al punto principale che abbiamo detto all’inizio, cioè all’aumento eccessivo del debito pubblico sotto forma di titoli di stato.
Le presidenze Bush e Obama hanno aggiunto una quantità di nuovo debito pubblico pari a 15 miliardi, facendo lievitare il debito USA a livelli storicamente critici:
Il debito attuale ha raggiunto e in molti casi superato la tipica quantità di debito che viene emessa durante le guerre.
In successione, il grafico qui sopra mostra il rialzo del debito avvenuto dopo la guerra civile, la prima guerra mondiale, la grande depressione e la seconda guerra mondiale.
Puoi notare che nel passato l’emissione di nuovo debito era però sempre stata seguita da periodi di riassorbimento del debito.
Ad esempio, l’ultima grande emissione di debito a cavallo della seconda guerra mondiale fu riassorbita dalle politiche restrittive di tutte le amministrazioni successive, comprese quelle di Nixon, Ford e Carter.
E’ da Reagan in poi che il normale alternarsi di politiche debitorie e politiche restrittive si è interrotto.
Infatti, dagli anni ’90 a oggi, lo stato non ha fatto altro che emettere nuovo debito senza più ridurlo.
E se guardiamo la cosa dal punto di vista del rapporto debito-PIL (che misura nient’altro che la capacità della nazione di ripagare il proprio debito pubblico con la ricchezza prodotta), la cosa è ancora più allarmante:
Il deficit (debito/PIL) aveva raggiunto il minimo del 33% con Nixon, Ford e Carter, ma da Reagan fino a oggi ha raggiunto la cifra allarmante del 105%, soglia pericolosamente vicina al picco del 121% causato dalla seconda guerra mondiale (“End of WWII” a sinistra del grafico).
Una nazione che raggiunge un simile deficit può recuperare la capacità di ripagare le spese per interessi solo se intorno ad essa c’è un mondo distrutto da una guerra catastrofica.
Un mondo dove poter imporre la supremazia del dollaro, creando quel meccanismo automatico con cui tutte le transazioni mondiali di petrolio e altre materie prime, essendo in dollari, aggiungono un surplus di valore a questa valuta senza che gli USA facciano alcuno sforzo produttivo.
In queste condizioni è più facile per una nazione ridurre il debito in eccesso prodotto.
Ma oggi non siamo nella stessa situazione degli anni ’40.
Non c’è stata alcuna guerra capace di giustificare un simile debito.
In più, le nazioni che finora hanno sostenuto la supremazia del dollaro instaurata nel dopoguerra stanno scaricando i loro titoli di stato USA, indebolendo il meccanismo automatico con cui il dollaro (e la capacità di assorbire debito in eccesso) era stato tenuto in piedi finora:
La figura qui sopra mostra che le nazioni che acquistano titoli USA stanno diventando venditori netti di questi titoli. Cioè le vendite di questi titoli non vengono più compensate da nuovi acquisti, facendo andare in negativo il grafico.
Tutto ciò accade proprio nel momento in cui la Fed ha deciso di interrompere il programma di acquisto di titoli di stato americani.
Ma se si riducono gli acquirenti del debito americano, come farà questa grande nazione a creare altro debito per ripagare gli interessi giganteschi prodotti dai debiti precedenti?
E inoltre, che fine farà il tanto strombazzato programma di investimenti di stato in infrastrutture e armamenti promessi dal neo-presidente Trump se dovesse ridursi l’ossigeno di liquidità creata dal nuovo debito?
A peggiorare le cose, c’è poi un ultimo elemento, molto più vicino a noi nel tempo, che potrebbe rapidamente prosciugare la capacità di creare nuovo debito necessario all’America per continuare la sua gloriosa marcia verso il nulla.
Questo elemento è proprio un brutto scherzo che il Congresso ha tirato ad Obama e al suo successore.
Di cosa si tratta?
Devi sapere che negli Stati Uniti ci sarebbe in realtà un tetto alla creazione di nuovo debito, anche se negli anni e nelle varie presidenze democratiche o repubblicane questo tetto è sempre stato “sforato” col permesso del Congresso.
Nel 2016 però, vista l’entità inimmaginabile ormai raggiunta dal debito, il Congresso aveva deciso di mettere la parola fine a tutto questo, concedendo a Obama un’ultima proroga alla reintroduzione di questo tetto. Proroga che scade il 15 marzo prossimo.
Perciò, dopo il 15 marzo 2017 (cioè fra un paio di settimane), questo tetto rientrerà in vigore e lo stato americano, di fronte al limite imposto dal tetto, potrebbe arrivare alla prossima estate senza poter creare titoli di stato sufficienti per soddisfare la sua fame quotidiana… e senza avere i soldi per attuare l’ambizioso programma di infrastrutture del nuovo presidente!
Trump avrà abbastanza potere di persuasione per ottenere una nuova proroga dal Congresso?
E se la sua richiesta verrà approvata, su quanti punti del suo programma avrà dovuto cedere per ottenere questa concessione?
Chissà se le marce indietro finora effettuate da Trump (sulla Russia, sui Servizi Segreti) non sono forse la punta dell’iceberg di una dura negoziazione già in atto col Congresso?
Tra parentesi, c’è da dire che la situazione è così compromessa che anche se venisse finalmente imposto un tetto alla creazione di nuovo debito, sarebbe troppo tardi.
Il Congresso ha stimato che con la reintroduzione del tetto al debito si riuscirebbe a contenere il deficit debito-PIL al 3%.
Ma questa stima non teneva conto del programma di rialzo dei tassi d’interesse della Fed di cui abbiamo parlato prima.
Questo programma infatti aumenterebbe di 400 miliardi l’anno le spese per interessi del governo e porterebbe il deficit allo stesso punto in cui è oggi, cioè ben oltre il 3% stimato dal Congresso.
Quindi, che vinca Trump o il Congresso sul braccio di ferro del tetto al debito, il 3% verrà sforato ugualmente e il rapporto debito-PIL non verrà tenuto sotto controllo.
C’è solo una via d’uscita a cui sia la Fed, sia il Congresso e forse anche Trump segretamente anelano come a una specie di “deus ex machina” che a un certo punto verrà dal cielo a “salvare capra e cavoli” di questa orribile storia keynesiana.
Di cosa si tratta?
E’ il deus ex machina, il superman, l’angelo salvatore di tutti i governi che si sono imbarcati in questa creazione incontrollata di debito pubblico:
l’inflazione.
Se si riuscisse a portare l’inflazione al 4% e la Fed riuscisse a non alzare troppo i tassi (non oltre il 2,5%), allora la crescita ufficiale (cioè la crescita del PIL, che per una parte viene calcolata anche come aumento di inflazione) potrebbe arrivare al 6%, mantenendo così sotto controllo il rapporto debito-PIL.
Lo staff di Trump sta pensando proprio a questo?
Lo scopriremo presto. Vuoi sapere come?…
Fra non molto (sempre a marzo) il nuovo presidente dovrà nominare tre nuovi membri del “parlamento” della Fed.
Ebbene, se sui giornali leggerai che i nuovi membri sono delle “colombe”, cioè gente disposta a NON votare per il rialzo dei tassi d’interesse, allora è segno che Trump sta tentando di spostare la Fed verso posizioni inflazionistiche.
Se invece i nuovi membri saranno dei “falchi”, cioè gente che vota per il rialzo dei tassi, vuol dire che Trump e il suo staff non si rendono conto del problema e vivono in un mondo di illusioni, credendo davvero alla favola di una crescita economica possibile con la sola adozione del programma neo presidenziale.
Dal punto di vista della borsa, queste nuove nomine nel parlamento della Fed avranno conseguenze opposte:
con nuove “colombe”, il rialzo del mercato dei titoli sarà ancora lo scenario prevalente nel medio termine (e il nostro etf potrebbe finalmente avere spazio per un rialzo, a seguito del rialzo dei prezzi dei titoli di stato)
con nuovi “falchi” le contraddizioni descritte finora arriveranno a una stretta molto prima e potrebbe crearsi una situazione di stallo per il governo.
Tutto questo discorso però non tiene conto dell’altro versante economico che sta esponendo l’America a una delle sue crisi più grandi della sua storia.
Parlo della guerra valutaria con la Cina.
Ma questo è un argomento del tutto diverso che tratteremo a breve con un articolo specifico.
Per il momento, tieni a mente tutto quanto scritto finora e prova ad osservare gli eventi dei prossimi mesi alla luce di queste informazioni.
La situazione del debito e dei tassi d’interesse USA è cruciale, perché influenza tutti gli asset da investimento, dalla borsa alle obbligazioni e all’oro.
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Il team di Segnali di Borsa
Tutti ignorano questo rialzo del 47%…tranne i nostri abbonati
C’è una materia prima che alla fine di novembre costava 17 dollari e ora ne costa 26, con un rialzo del 47% in soli tre mesi, ma nessuno sembra essersene accorto…eccetto i nostri abbonati a Strategie Portfolio.
L’oro è tornato? Ecco le nostre previsioni
Siamo sempre un pò restii a occuparci di argomenti non adatti per fare nuovi trade e investimenti.
Gli articoli su situazioni poco chiare lasciano il tempo che trovano e non sono utili per investire. Quindi di solito non ce ne occupiamo.
Cosa? L’oro non serve più? Rispondiamo ai lettori
La scorsa settimana abbiamo pubblicato un articolo che ha fatto un certo scalpore.
Come ho avuto alti rendimenti (costanti) per 15 mesi di fila…
Sono certo che leggendo il titolo di questo scritto hai subito pensato a fondi d’investimento, obbligazioni o titoli azionari a lungo termine…
Quando senti parlare di “rendimenti costanti” pensi a qualcosa di stabile e sicuro…e se ci aggiungi anche una immagine di tempo: “per quindici mesi di fila”…ti viene in mente qualcosa di remunerativo e affidabile nel lungo termine…
Sapevi che investire in un solo etf può darti una rendita mensile a vita?
Forse non lo sai, ma tra i tanti etf disponibili su cui puoi investire ce n’è uno che assicura in modo (quasi) infallibile una rendita mensile di 0,062 dollari per un totale di rendimento dell’8% annuo.
Guida definitiva ai tassi d’interesse USA
Uno dei fattori economici più citati e incompresi dagli analisti finanziari è la politica dei tassi d’interesse della Federal Reserve (Fed), la banca centrale americana.
Il metallo più favorito nel 2017 ha già reso il 300% nel 2016
C’è un’area nel mercato dei metalli industriali che ha già avuto rendimenti del 458%, 308% e 305% quest’anno.
Molti investitori, distratti dal rally dell’oro di luglio, forse non l’hanno notato.
Ecco i 5 trend più forti del 2017
Da quando è nata la nostra rubrica gratuita Segnali di Borsa, abbiamo indicato ai nostri lettori moltissimi trend su cui è valsa la pena investire.
Il ritorno dell’argento (un trade speculativo di breve)
L’argento è stato uno dei campioni di quest’anno (ai bei tempi di luglio) e sta battendo anche l’oro nel rapporto “gold/silver ratio”.
900 euro in 8 minuti, il bello del trading post referendum
In questo articolo uscito qualche giorno fa ti ho inserito tutti i trade che abbiamo fatto dal 2015, totalizzando circa 92.000 euro in totale.
L’articolo spiega come abbiamo ottenuto questo rendimento e perché il sistema di trading che usiamo, chiamato “Trading Armonico”, è così efficace, perciò non mi dilungo su questo.
Oggi desidero invece farti un esempio pratico di un argomento specifico dell’articolo precedente, e cioè il fatto che con questo tipo di trading si ottengono guadagni soddisfacenti facendo poche operazioni al giorno.
Questo è un punto cruciale per chi fa trading intraday (cioè con operazioni che si aprono e si chiudono nel giro di poche ore o minuti).
Infatti la condanna del day trader è che invece di solito è costretto a fare molte operazioni al giorno per compensare le perdite che sembrano quasi inevitabili in questo tipo di trading.
Nell’articolo precedente avevo spiegato che col Trading Armonico si ottengono gli stessi risultati (anzi, forse anche migliori) con non più di 2-5 operazioni al giorno.
E questo succede ancora di più in momenti di alta volatilità, come nella borsa di oggi sucessiva al risultato del NO al referendum.
Infatti oggi noi e i nostri abbonati abbiamo fatto una sola operazione, guadagnando 900 euro:
Dalle 9,01 del mattino, i nostri abbonati (che sono iscritti alla nostra chat di telegram) hanno avuto questi messaggi:
In questo modo, seguendo semplicemente le istruzioni della chat, in soli 8 minuti hanno eseguito il trade illustrato nel grafico precedente, guadagnando 900 euro (o anche più, se sono entrati qualche secondo dopo il nostro messaggio).
E ti ribadisco che questa sarà l’unica operazione di oggi.
Non hai idea di quanto sia importante questo aspetto…
La nostra filosofia infatti (condivisa anche dai nostri abbonati) è che il trading intraday deve essere una attività sostenibile con tutte le altre attività della nostra vita.
In altre parole, non siamo di quei trader che fanno 100 operazioni al giorno come dei drogati.
Il nostro obiettivo è di fare un trading che ci dia tutto il tempo per vivere la nostra vita (e non, al contrario, mettere la nostra vita al servizio del trading).
Per questo noi effettuiamo solo i trade realmente utili per avere un rendimento settimanale abbastanza alto da realizzare nel corso di un anno un buon guadagno complessivo.
Come dicevo nel precedente articolo, quei 92.000 euro fatti nel 2016 li abbiamo ottenuti con una media di 2-5 trade al giorno, adottando il sano principio che il trading deve avere come obiettivo un rendimento settimanale, che va a creare un rendimento mensile, che si accumula fino ad avere un guadagno annuale complessivo.
Cioè, noi guardiamo al rendimento complessivo, non ci focalizziamo sul trading in quanto tale, come una attività fine a se stessa.
Ora, sono certo che molti altri trader vorrebbero fare altrettanto, ma non possono, perché totalizzano un certo numero di perdite al giorno.
Anche noi abbiamo delle perdite, è normale, ma ne abbiamo in misura minore.
Infatti il Trading Armonico (il sistema esclusivo che utilizziamo per il day trading) sfrutta i rimbalzi su i trend in corso e ha un algoritmo che è in grado di prevedere anche gli orari in cui avverranno tali rimbalzi.
In questo modo, il numero di trade sbagliati diventa notevolmente inferiore a quello che normalmente si hanno col day trading.
Ad esempio, guarda lo storico dei trade fatti a novembre:
Per molti trader intraday avere un numero così limitato di perdite in un mese è semplicemente un sogno.
Invece, come ti ho dimostrato nell’articolo precedente, questa è la normalità per noi e i nostri abbonati, e ti invito a verificarlo tu stesso, leggendo in quell’articolo gli storici degli altri mesi del 2016.
Se hai già qualche infarinatura di trading, anche se non hai mai fatto trading intraday (cioè operazioni che si chiudono in poche ore o minuti), hai già le caratteristiche giuste per provare questo servizio.
Ripeto: ti basta solo avere le nozioni di base del trading, non serve essere un esperto per seguire i trade di Strategie Daily, e se per caso per qualsiasi ragione non sei soddisfatto, l’abbonamento è rimborsabile entro i primi 30 giorni!!
Ancora di più, se fai già trading intraday e vuoi capire meglio cos’è il Trading Armonico, il nostro esclusivo sistema che riesce a prevedere gli orari in cui avverranno i rimbalzi sui trend, riducendo così drasticamente le operazioni in perdita, ti invito a provare Strategie Daily. Sono certo che ti piacerà conoscere questo sistema del tutto ignoto alla maggioranza dei traders!
Con questo, ti ringrazio per avermi seguito fin qui e ti auguro una buona fine dell’anno!
Il team di Strategie Daily
PS.: Anche se sono solo poche operazioni al giorno, col Trading Armonico devi strare davanti al computer durante tutta la durata di ogni operazione, perciò per iscriverti a Strategie Daily devi poter dedicare alcuni minuti al computer durante tutta la giornata di contrattazione (dalle 9 alle 17), qualunque cosa tu stia facendo in quel momento.
Perciò, se hai una attività o un lavoro che non ti permette di fare queste brevi interruzioni, soprattutto al mattino, per favore non iscriverti a Strategie Daily. Se invece puoi disporre in modo flessibile del tuo tempo durante le tue attività quotidiane, allora ti consiglio vivamente di non perderti questa occasione!
PPS.: Una volta abbonato, avrai accesso a un’area riservata con le istruzioni per seguire passo passo i nostri trade (che ti verranno segnalati con degli “alert” direttamente al tuo telefono) e un pratico manuale che ti spiega come impostare le strategie e con quali strumenti. Inoltre, se farai pratica abbastanza a lungo con noi, potrai apprendere “sul campo” i rudimenti del nostro esclusivo sistema “Trading Armonico”!
L’olio di soia verso un rialzo del 20%
Lo scorso mercoledi 23 novembre l’olio di soia ha completato una figura tecnica chiamata testa e spalle con una perfezione raramente visibile nei movimenti reali di un titolo o un indice.
La chiarezza perfetta di questo pattern sta nei seguenti elementi:
– il testa e spalle di 27 mesi inizia con un declino ad agosto 2014 e un rialzo nella scorsa settimana, le cui pareti perfette (P) identificano con chiarezza il pattern dagli altri movimenti dell’indice.
– la neckline è quasi orizzontale (la “spalla” sinistra e quella destra hanno solo 15 ticks di differenza)
– gli elementi S-S sono simmetrici (la spalla sinistra e quella destra sono quasi identiche -solo 4 ticks di differenza)
– anche il tempo di formazione delle due spalle è simmetrico (60 settimane ciascuna).
– la rottura del testa e spalle avvenuta il 23 novembre è stata abbastanza decisa, avendo una dimensione di 262 punti
Come si può immaginare, più un pattern segue il modello statistico ideale, maggiori sono le probabilità che l’indice lo segua realmente.
Il target a rialzo previsto è il picco all’estrema sinistra del grafico, a circa 44,70 dollari, che è circa il 20% sopra il livello attuale.
Vista la rarità (e la potenziale redditività) di questo evento, nel nostro servizio di trading Strategie Weekly abbiamo inserito in portafoglio un titolo per poterne approfittare con una leva x2.
Se vuoi cavalcare questo trend perciò sei ancora in tempo. Anzi hai un’occasione unica:
- hai la forza reattiva di un ribasso durato 4 anni
- hai il momentum creato da un pattern molto raro che porterà forti rialzi in tempi più brevi del solito
- hai Strategie Weekly che ti guiderà in modo semplice sull’operazione, segnalandoti l’entrata e l’uscita dal titolo
Ti consiglio quindi di provare un abbonamento mensile (rimborsabile entro 30 giorni) a Strategie Weekly e di entrare nell’ultimo titolo in basso che troverai in portafoglio nell’area riservata agli abbonati.
Strategie Weekly opera con un approccio misto che combina azionario e futures, ottenendo costanti rendimenti mensili in qualsiasi circostanza di mercato, anche la più difficile.
Quindi non si tratta solo di cavalcare un trend, ma di avere un portafoglio semplice, di pochi titoli, capace però di rendere in modo costante ogni mese.
Dal momento che Strategie Weekly fa poche operazioni alla settimana, con titoli semplici da trovare in qualsiasi piattaforma di trading, è lo strumento più adatto per chi non è esperto di trading, ma vuole avere profitti sui trend che di solito sono noti solo agli investitori esperti.
Abbonati per un mese e prova tu stesso quello che dico (potrai farti rimborsare l’abbonamento entro 30 giorni, se non sarai soddisfatto).
Quanto al trend dell’olio di soia, ti daremo ulteriori aggiornamenti nei prossimi mesi anche qui in Segnali di Borsa.
Alla tua prosperità!
Il team di Strategie Weekly
Perché il day trading sulla borsa italiana è vincente
Siamo ormai alla fine dell’anno e possiamo fare un bilancio dei trade fatti sulla borsa italiana col nostro sistema di day trading chiamato “Trading Armonico”.
I trade li effettuiamo con il future “Fib”, che replica l’andamento della borsa italiana FtseMib.
Ti dico subito che il saldo finale di tutti i trade fatti dal 2015 è di +18.590 punti, che in denaro corrispondono a circa 92.000 euro, arrotondati per difetto.
Il saldo corrisponde a un guadagno medio mensile di circa 1.690 punti, pari a 8.450 euro.
Qui sotto c’è l’archivio generale dei saldi mese per mese e più avanti nell’articolo ti mostrerò anche i trade giornalieri fatti in alcuni mesi:
Come vedi, il saldo finale e il rendimento medio mensile derivano da rendimenti reali molto variabili da un mese all’altro e che vanno da un minimo di 320 punti a un massimo di oltre 3.000.
Questo dimostra l’importanza di seguire i nostri trade durante l’anno e non fermarsi a fare qualche trade un paio di mesi.
La continuità è importante, come in tutte le strategie di trading, sia intraday che di altro tipo. Se fai già trading è anche inutile sottolinearlo.
Ciò che è interessante è il fatto che questo risultato sia stato ottenuto in un anno in cui, almeno nella seconda metà, la borsa italiana è stata messa sotto pressione dal braccio di ferro con l’Unione Europea e dal problema delle banche.
E quando una borsa viene messa sotto pressione così, può diventare un inferno per i trader.
Le trendline su cui impostare le operazioni si fanno sempre più strette e quando le cose vanno al contrario, ci vanno pesante, perché la profondità dei rimbalzi in alto o in basso ti bruciano in un attimo.
Sono questi però i momenti in cui il day trading funziona meglio di qualsiasi altra cosa.
Il day trading, o trading intraday fa operazioni che durano poche ore e quindi è abbastanza immune da ciò che accade all’esterno.
Attualmente la borsa italiana è diventata imprevedibile a causa della situazione precaria delle banche presenti nel listino.
Agli occhi della UE, l’aumento dei crediti in sofferenza di queste banche è diventato preoccupante:
Come si vede in figura, i crediti in sofferenza nelle banche italiane è al 18%.
Considerando che di regola le banche debbono avere il 10% dei depositi disponibile per coprire questi crediti, un valore di crediti sofferenti molto superiori a questa cifra rende tecnicamente queste banche già in bancarotta.
L’unico motivo per cui queste banche non vengono fatte fallire è che l’Italia è “too big to fail”, perciò all’UE conviene cercare la misura di salvataggio che meglio soddisfi le esigenze di stabilità dell’eurozona.
Il risultato di questa trattativa è un succedersi di proposte, inciuci, notizie che settimana dopo settimana fanno andare su e giù la borsa italiana, a seguito dei su e giù dei titoli bancari che vi sono dentro.
Ma, come ho detto, il trading intraday è poco sensibile a ciò che influenza dall’esterno il mercato dove vengono effettuati i trade.
Banalmente parlando, ciò che importa al day trader è la presenza di rapidi movimenti in su e in giù su cui poter impostare i trade. E questi su e giù, nell’ambito di una singola giornata, ci sono sempre, a prescindere da come sta andando la borsa.
Al massimo, può esserci una differenza nella profondità di questi alti e bassi.
Se la borsa è particolarmente volatile, come in questo stressante periodo, i rimbalzi si fanno molto più profondi, ma questo non fa altro che aumentare il gain quando un trade è impostato nella direzione giusta.
Per questo il day trading migliore in un momento di alta volatilità come questo è proprio quello che opera sui rimbalzi.
Ci sono infatti diversi modi di fare trading intraday, ma in questa varietà possiamo distinguere due grandi categorie: il trading che segue i trend e quello che segue i rimbalzi.
Il primo inizia il trade quando sta per iniziare un trend in una certa direzione.
Il secondo invece aspetta che il trend sia arrivato al massimo e inizia il trade quando sta per scattare il rimbalzo nella direzione opposta.
In periodi di alta volatilità, questo secondo sistema diventa molto più sicuro rispetto al primo.
Indovinare un trend è molto difficile, perché è come fare una partita al buio. Ci possono essere tante false partenze o tanti falsi trend che poi vanno nella direzione sbagliata.
E’ molto più facile iniziare l’operazione quando il trend è già ben definito e si avvia alla sua conclusione.
Le probabilità che un trend forte e ben definito rimbalzi nella direzione opposta sono molto più alte, rispetto a quelle necessarie per indovinare un trend quando ancora non si vede.
Ecco perché il nostro sistema “Trading Armonico” ha così successo: perché utilizza i rimbalzi.
A riprova di questa affermazione, ti mostro i risultati dei nostri trade da quando è iniziato questo braccio di ferro tra Italia e UE.
Iniziamo dal mese di luglio, proprio nel bel mezzo di questa alta volatilità:
Come si vede, sono davvero pochi i trade sbagliati questo mese, proprio perché le pressioni sulla borsa italiana hanno ampliato le oscillazioni, rendendo più facile prevedere quando un trend arriva al top ed è quindi possibile entrare sul rimbalzo nella direzione opposta.
E ad agosto?
Se li confrontiamo con i trade fatti nel mese di giugno, molto più tranquillo come volatilità, notiamo che il gain complessivo a fine mese non è molto differente (570 punti contro i 610 di luglio), ma è stato ottenuto con un numero di trade superiori, in quanto i trade andati in perdita sono maggiori:
Tutto sommato però, questo importa poco.
Qualunque sia la volatilità, il day trading (soprattutto il Trading Armonico che sfrutta i rimbalzi, cioè quello che usiamo nel nostro servizio Strategie Daily) riesce sempre ad avere a fine mese un rendimento soddisfacente.
In caso di forte volatilità dovute a pressioni sulla borsa, paradossalmente sono necessarie meno operazioni per avere un buon rendimento, perché i “rimbalzi” diventano più prevedibili e i trade sbagliati sono meno frequenti.
Ma se la volatilità è meno accentuata, non è che i guadagni non arrivino. Basta solo avere un pò di pazienza e fare più trade.
A proposito… ormai posso darti anche i trade di novembre, che è ormai finito:
Anche in questo caso, la pressione sulle banche italiane e sul referendum ha dato i suoi frutti…
In conclusione, 92.000 euro non sono male come rendimento, considerando che per tradare coi future non hai bisogno di grandi somme (tra i 3000 e i 5000 euro da depositare come garanzia sulla piattaforma).
Inoltre, col nostro sistema di trading tu non utilizzi mai i 3000-5000 euro depositati.
La tua piattaforma, giustamente non sa che fai Trading Armonico e perciò ti richiede questo deposito obbligatorio a garanzia delle perdite (e dal suo punto di vista, fa bene).
Ma in realtà noi, grazie al Trading Armonico, facciamo un trade alla volta con un future alla volta (non siamo di quei trader spericolati che tradano con 10 future alla volta), quindi il collaterale di garanzia dei 3000 o 5000 euro che hai depositato non viene mai messo a rischio, se non in una parte irrisoria.
Inoltre, grazie ai nostri stop molto stretti, la verità è che non mettiamo a rischio più di 100 euro per ogni operazione.
Quindi possiamo dire che con il nostro sistema, visto che facciamo circa 2-5 trade al giorno (non i mille trade che sono abituati a fare normalmente i day traders) tu riesci a ottenere 92.000 euro utilizzando solo 200-500 euro al giorno per le tue operazioni!
Non male, vero?
Il nostro servizio che utilizza il Trading Armonico per l’intraday si chiama Strategie Daily ed è fatto per inviare i segnali di trading a tutti i nostri abbonati, che devono copiarli sulla loro piattaforma di trading il più fedelmente possibile per avere un rendimento il più vicino possibile al nostro.
Questo è il motivo per cui siamo estremamente limitati nel numero di trade giornalieri (altrimenti diventerebbe impossibile per i nostri abbonati seguire tutte le operazioni!).
Ed è anche il motivo per cui questo servizio non potrebbe esistere se non ci fosse il sistema “Trading Armonico”, che permette proprio di ottenere una buona rendita mensile e annuale con un numero di operazioni estremamente ridotto.
In conclusione, posso dirti che Strategie Daily ha ottenuto un anno di ottimi rendimenti con poco sforzo (pochi trade al giorno) e pochissimi soldi messi a rischio!
La buona notizia è che se hai già qualche infarinatura di trading, anche se non hai mai fatto trading intraday (cioè operazioni che si chiudono in poche ore o minuti), hai già le caratteristiche giuste per provare questo servizio.
Ripeto: ti basta solo avere le nozioni di base del trading, non serve essere un esperto per seguire i trade di Strategie Daily, e se per caso per qualsiasi ragione non sei soddisfatto, l’abbonamento è rimborsabile entro i primi 30 giorni!!
Con questo, ti ringrazio per avermi seguito fin qui e ti auguro una buona fine dell’anno!
Il team di Strategie Daily
PS.: Anche se sono poche operazioni al giorno, devi strare davanti al computer durante tutta la durata di ogni operazione, perciò per iscriverti a Strategie Daily devi poter dedicare alcuni minuti al computer durante tutta la giornata di contrattazione (dalle 9 alle 17), qualunque cosa tu stia facendo in quel momento.
Perciò, se hai una attività o un lavoro che non ti permette di fare queste brevi interruzioni, soprattutto al mattino, per favore non iscriverti a Strategie Daily. Se invece puoi disporre in modo flessibile del tuo tempo durante le tue attività quotidiane, allora ti consiglio vivamente di non perderti questa occasione!
PPS.: Una volta abbonato, avrai accesso a un’area riservata con le istruzioni per seguire passo passo i nostri trade (che ti verranno segnalati con degli “alert” direttamente al tuo telefono) e un pratico manuale che ti spiega come impostare le strategie e con quali strumenti. Inoltre, se farai pratica abbastanza a lungo con noi, potrai apprendere “sul campo” i rudimenti del nostro esclusivo sistema “Trading Armonico”!
Oro: cambio di prospettiva
Il recente ribasso dell’oro, sebbene si sia fermato a uno dei livelli che avevamo previsto già a ottobre, cioè intorno a 1210 dollari, ha rotto la media mobile a 200 giorni e quindi ci obbliga a modificare il modello statistico usato nel nostro ultimo articolo di novembre.
A novembre infatti, quando era partita la prima importante spinta a ribasso dell’oro, avevamo indicato in questo articolo un modello basato su un trading range rialzista che combaciava con la media mobile a 200 giorni, che è un indicatore predittivo dei trend a lungo termine.
La figura sotto mostra il modello usato a novembre:
Il grafico mostrava un ribasso ancora nei limiti del canale rialzista rappresentato dalle due linee parallele blu, nella cui parte inferiore correva la media mobile a 200 giorni (linea sottile rossa), non ancora superata dal trend a ribasso.
Il ribasso di queste settimane invece ha portato l’oro al di sotto di questa media (linea verde nella figura sotto):
Quindi ho deciso di abbandonare il modello usato fin qui e adottarne un altro che ti spiegherò qui di seguito.
Il modello che userò fornisce una visione più ampia del trend rialzista di lungo termine. Visione che comprende i ribassi recenti e anche quelli futuri.
Partiamo da questo grafico:
Vediamo qui il trend ribassista triennale (linea nera discendente) rotta a rialzo nel 2016 fino al massimo di luglio successivo alla brexit.
La linea blu AB misura l’ampiezza del rialzo che farà da modello per il rialzo successivo di lungo termine (linea CD).
La linea rossa C misura invece la potenziale forza a ribasso, contenuta entro i due possibili minimi (linee tratteggiate) di 1172,07 e 1116,86, corrispondenti ai due livelli minimi di Fibonacci.
Il principio generale su cui si basa questo nuovo modello è che il 2016, invece di inaugurare un deciso trend rialzista, come si poteva supporre, in realtà non si è mosso dai minimi dei tre anni precedenti.
Dunque considero gli ultimi 4 anni (includendo il 2016) la fase finale di un trend ribassista, dove si intravde l’inizio di una fase laterale-rialzista che avrà dei movimenti molto ampi a rialzo e a ribasso, evidenziati dalla già citata linea rossa C e la successiva linea blu CD.
In questo nuovo modello, non diamo per scontato un deciso rialzo, perché tutto si gioca sui minimi.
Se il ribasso attuale si fermerà ai due livelli di Fibonacci indicati (cioè al di sopra del trend ribassista indicato dalla linea nera), l’oro, nel suo rialzo successivo (linea CD) consoliderà davvero il trend a rialzo di lungo termine che si era intravisto a luglio.
Ma se invece il ribasso proseguirà fino al minimo da cui era partito il rialzo del 2016 culminato a luglio (1046 dollari, indicati nell’ultimo fumetto rosso in basso), non potremo dire altro che si tratta di un movimento laterale dove ancora non si vede la partenza del trend a rialzo di lungo termine.
Su quest’ultimo punto (cioè se l’oro si fermerà ai livelli di Fibonacci o scenderà oltre), bisogna aggiungere che la situazione di forte ipervenduto che avevamo visto a novembre non è cambiata.
Il MACD è ancora sotto lo 0 e l’RSI è a livello 30:
Questa situazione di ipervenduto molto forte potrebbe frenare la discesa e innescare un trend a rialzo di breve, confermando l’ipotesi più ottimistica, cioè che siamo all’inizio di una fase laterale-rialzista di lungo.
Per quanto riguarda le previsioni a medio termine quindi, mi fermo qui e attendo gli sviluppi delle prossime settimane.
Altro discorso è invece quello che riguarda il trend di lungo termine dell’oro.
E’ bene precisare che questo articolo non mette in discussione che il trend di lungo termine resta rialzista. Si limita a descrivere quello che potrebbe esserci nelle fasi intermedie prima del rialzo definitivo (o dei diversi rialzi definitivi, dato che i trend non sono mai lineari).
Finché le condizioni generali non cambieranno radicalmente, sul trend di lungo termine noi di Segnali di Borsa restiamo ancora fedeli alle analisi pubblicate in questo articolo, che è quello in cui avevamo sviscerato tutti gli aspetti relativi alla visione pluriennale di questo ciclo.
Il “pezzo forte” di quell’articolo era un grafico molto esplicativo che ti ricopio qui sotto:
Il grafico mette a confronto tutti i trend rialzisti di lunghissimo termine degli ultimi anni, fra i quali possiamo intravedere quello attuale come una minuscola linea rossa in basso a sinistra.
Non c’è modo migliore per dare l’idea delle dimensioni dei rialzi ciclici dell’oro e di quanto siamo ancora lontani dal poter dire se il trend attuale entrerà a far parte di questo incredibile guinnes dei primati.
Ti consiglio di rileggere quell’articolo e anche tutti gli altri che abbiamo pubblicato in questo blog sull’argomento.
Per quanto riguarda gli sviluppi futuri del trend, resta sintonizzato con noi, perché lo seguiremo con la consueta puntualità e senza pregiudizi.
Penso che tu sappia quanto è difficile essere obiettivi sull’oro.
Forse hai già notato che molti analisti finanziari,di fronte al fascino di questo antichissimo asset finiscono con diventare troppo tifosi o troppo denigratori dell’oro.
Noi invece ci stiamo sforzando di non farci prendere dall’emotività (ti assicuro che è difficile) e di seguire questo trend con la massima obiettività possibile, fino a cambiare i nostri modelli previsionali, se vediamo che la situazione cambia (come hai visto proprio in questo articolo).
Se non lo hai ancora fatto, iscriviti gratis a Segnali di Borsa per ricevere comodamente via email i nostri prossimi articoli su questo ed altri trend poco conosciuti dalla massa o su cui gli analisti ufficiali non riescono ad “azzeccarne” una.
Noi siamo forse troppo prudenti e analizziamo molti meno trend di quanto ne facciano gli altri blog.
Alla fine, però, seguire solo i trend che davvero presentano tutte le condizioni per dare dei rendimenti, ci ha consentito forse di fare meno articoli di quanti vorremmo, ma anche di “azzeccare” quasi tutte le previsioni (come mostrato ad esempio in questo articolo).
Iscriviti gratis alle nostre analisi via email e metti alla prova tu stesso quanto dico.
Alla tua prosperità!
Il team di Segnali di Borsa
Il rame ha un potenziale upside del 40% a partire da oggi
Il rame ha appena completato uno dei più lunghi ribassi della sua storia, durato fin dal 2011.
Ecco i trend di borsa che hanno performato meglio quest’anno
Da quando è nata la nostra rubrica gratuita Segnali di Borsa, abbiamo indicato ai nostri lettori moltissimi trend su cui è valsa la pena investire per avere un buon rendimento nel tempo.
Di alcuni trend già conclusi, come il platino, l’argento, l’immobiliare americano, il litio, lo zinco, alcuni li avevamo utilizzati per i consigli di investimento agli abbonati dei nostri servizi a pagamento, mentre di quelli seguiti solo in questa rubrica gratuita, avevamo dato il punto di uscita alla chiusura del trend oppure avevamo dato indicazioni per riconoscere il punto di uscita stesso.
Diversi trend invece non sono ancora esauriti (alcuni sono stati segnalati proprio di recente) ed è su questi che oggi vorrei fare una panoramica per vedere se stanno rendendo o meno.
A questo scopo, faccio riferimento alla tabella “watch list” nel mio computer dove raccolgo tutti i titoli di borsa (di solito etf) che uso per monitorare l’andamento di questi trend:
Ora farò un breve commento titolo per titolo (quindi trend per trend), in modo da capire a che punto siamo arrivati.
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Inizio con l’etf TLT, che segue l’andamento a rialzo dei prezzi dei titoli di stato americani con scadenza a 20 anni.
In questo articolo di settembre avevo segnalato una situazione di estremo deprezzamento di queste obbligazioni che faceva prevedere a un successivo aumento dei prezzi, che però non è ancora avvenuto (infatti il titolo ha una lieve perdita).
La situazione descritta a settembre (leggi quell’articolo per i dettagli) è oggi ancora più favorevole a un aumento dei prezzi, come indicato nella figura sotto:
L’ulteriore discesa dei prezzi ha portato l’etf (e quindi il trend che esso riflette) su un forte supporto da dove a fine giugno era partito un precedente rialzo.
L’etf si è portato al di sotto della media mobile a 50 giorni (nel nostro articolo di settembre avevamo detto che quello sarebbe stato un ulteriore segnale di un futuro rialzo), mentre l’RSI e lo stocastico (Full STO) nei due grafici sottostanti a quello principale, danno segnali di fortissimo ipervenduto.
In conclusione, anche se il probabile rialzo dei tassi a breve che la Federal Reserve deciderà di fare a dicembre potrebbe ulteriormente ritardare le cose, tutto è pronto per l’atteso rialzo.
Seguiremo quindi il trend nei nostri prossimi articoli.
Nella mia tabella “watch list”, l’unico altro titolo in lieve perdita è EWM, l’etf che uso per monitorare l’andamento della solidissima borsa della Malesia.
Per i dettagli di questo trend, rimando a questo articolo di agosto.
Chi vuole investire in Malesia deve farlo con l’idea di un investimento a lungo termine (diversi anni). Gli alti e bassi ci saranno sempre, ma alla fine la somma investita sarà stata protetta dalla svalutazione, credo anche con un discreto rendimento.
Ora vediamo gli altri titoli che invece sono in guadagno, partendo dall’alto verso il basso della watch list.
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I primi due, LSTK e COW, seguono la quotazione della carne suina negli Stati Uniti, che ha avuto un forte deprezzamento a causa del recente ciclone “Matthew”.
I dettagli del trend sono in questo recente articolo. Aggiungo solo che bisogna considerare il trend essenzialmente legato alla circostanza dell’uragano, qundi per fare investimenti di non più di 4-5 mesi.
Nonostante il trend sia stato segnalato molto di recente, sta dando già discreti rendimenti.
A seguire, FCX è l’unico titolo azionario della lista, ed è legato all’andamento del rame, di cui abbiamo parlato qui.
Nell’articolo non avevamo dato un punto di entrata preciso in questo trend e in effetti consiglio di seguire i nostri servizi ad abbonamento per avere segnali precisi e per conoscere eventuali altri titoli su cui investire.
Il trend del caffè (rappresentato dall’etf JO) lo avevamo segnalato a maggio in questo articolo e ha maturato già un forte rendimento all’etf della watch list.
Per chi ha investito in questo settore, è un classico momento 50/50. Ci sono metà probabilità che il trend salga ancora e metà che scenda. La scelta se realizzare il profitto e chiudere, oppure continuare, è del tutto personale a questo punto.
Un altro ottimo rendimento è stato realizzato da KOL, l’etf che uso per monitorare il trend del carbone, di cui ho parlato appena il 25 ottobre qui.
Questo trend è di lungo periodo e bisogna aspettarsi anche dei forti ritracciamenti verso il basso. Ma il potenziale rialzista è veramente forte.
Credo che superate le tempeste delle elezioni USA e del rialzo dei tassi di dicembre, qualcuno dei nostri servizi ad abbonamento potrà cavalcare questo trend con dei titoli azionari, anziché con l’etf della mia watch list.
Nello stesso articolo del 25 ottobre accennavo anche ad altri trend pronti a partire su cui i nostri servizi ad abbonamento potrebbero fare dei trade di medio o lungo periodo.
Infine, l’ultimo etf (WOOD) segue l’andamento del prezzo del legname, di cui ho parlato a giugno in questo articolo.
Il legname è quasi come l’oro. Non diminuisce mai veramente di prezzo, ma piuttosto sono le valute con cui è prezzato a svalutarsi o rivalutarsi, modificandone la quotazione.
Ma questo discorso vale per il legno fisico (parlo di investimenti in terreni coltivati a bosco ceduo), non per l’etf di borsa, che ovviamente risente degli alti e bassi del mercato finanziario e anche dell’usura intrinseca che hanno tutti gli etf per il modo in cui sono concepiti.
Investire sul legno con un etf è molto interessante, ma va fatto per massimo due o tre anni. E bisogna sempre ricordarsi che questo trend è legato a quello immobiliare (sopratutto in America, dove il legno è onnipresente nelle costruzioni). Quindi attenzione a uscire dall’investimento se per caso si hanno notizie di bolla edilizia in USA (al momento, nessuna bolla, ma meglio tenersi informati).
Questo era l’ultimo etf della mia watch list e posso dire che, come al solito, il bilancio delle nostro segnalazioni si conferma molto positivo.
Come dicevo più sopra, ci sono molti trend, soprattutto nel settore delle materie prime, che stanno per partire (ripeto, l’articolo in cui le ho elencate è questo).
Basta solo superare le elezioni americane e il rialzo dei tassi di dicembre, e poi il mio team ed io riprenderemo a divertirci davvero con un fuoco di fila di segnalazioni utili per gli investitori e quasi sconosciute alla massa che legge il Sole 24 Ore.
Al solito, TUTTI i trend verranno debitamente segnalati gratuitamente in Segnali di Borsa.
Se perciò non lo hai ancora fatto, iscriviti gratis a questa rubrica per ricevere via email le prossime importanti notizie sui trend che non troverai nella stampa finanziaria “ufficiale” (o le troverai pubblicate con enorme ritardo).
Di solito, se poi un trend può essere cavalcato anche con trade azionari di borsa, lo passiamo ai nostri servizi ad abbonamento, che ne monitorano nel tempo l’andamento e segnalano l’entrata e l’uscita dai titoli con molta precisione.
Ma niente paura: quando ciò accade, nei nostri articoli gratuiti segnaliamo sempre in quale dei nostri servizi ad abbonamento potrai trovare queste ulteriori indicazioni.
Quindi per ora l’importante è non perderti nessuno dei nostri articoli gratuiti.
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Alla tua prosperità!
Il team di Segnali di Borsa
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Oro: a che punto è il megatrend?
E’ giunto il momento di tornare sul trend dell’oro, il più importante fenomeno economico-finanziario del 2016 e forse anche dei prossimi anni.
Quali trend sono pronti a partire per fine anno e cosa li tiene ancora fermi?
Chi ha deciso di investire a medio o lungo termine deve turarsi il naso e aspettare che passi il periodo che va da ottobre a dicembre, con le elezioni americane e il probabile rialzo dei tassi a breve termine della Federal Reserve nel mezzo.