Dopo 10 anni di Quantitavie Easing da parte delle rispettive Banche Centrali, la borsa americana e quelle europee hanno avuto esiti completamente diversi.
Il 2019 sarà l’anno della caduta degli déi in Europa?
Come sappiamo, dal 2011 a oggi la BCE ha aumentato l’offerta di liquidità nel sistema finanziario acquistando nel mercato enormi quantità di titoli di borsa, soprattutto obbligazioni governative.
Dal 2016 poi il programma è stato esteso anche alle obbligazioni societarie.
Durante il picco del programma di acquisti, la banca centrale faceva man bassa di oltre 2 miliardi di debiti societari alla settimana, sostenendo aziende come BMW e Daimler in Germania, Spagna Telefonica e Gas Natural in Spagna, Eni in Italia e Engie e Sanofi in Francia.
Come annunciato da Draghi il mese scorso, la BCE ha finalmente deciso di chiudere gradualmente tali acquisti, che nel 2019 potrebbero già ridursi a soli 400 milioni di euro al mese.
Si pensa comunemente che, per la sua gradualità, questo cambio di strategia non provocherà traumi al sistema; ma purtroppo in questi giorni alcuni segnali inquietanti fanno pensare il contrario.
Il motivo è che la riduzione degli acquisti da parte della BCE accelera il declassamento delle obbligazioni societarie “investment grade” al livello “high yeld”, comunemente definito “spazzatura”.
In Europa infatti la qualità dell’indebitamento societario nel suo complesso continua a deteriorarsi e ormai basta una spintarella per farlo crollare.
Ora ad esempio le obbligazioni con rating BBB- (la categoria di investimento più bassa del settore “investment grade”) rappresentano la metà di tutti i debiti in Europa, mentre solo un decennio fa erano solo il 19%.
Man mano che questo debito BBB viene poi ulteriormente declassato a quello “high yeld”, comunemente definito “spazzatura”, le aziende che lo emettono troveranno sempre più difficile e costoso fare nuovo debito, visto che la BCE non è piu’ il loro abituale acquirente.
Il mercato obbligazionario lo sa e sta già iniziando ad abbassare i prezzi di queste obbligazioni, facendone salire di molto i rendimenti (e quindi gli sforzi delle aziende che devono pagarli ai creditori).
La situazione è cosi’ grave che un colosso come Volkswagen ha visto allargarsi di 100 punti base lo spread tra le sue obbligazioni e quelle del governo tedesco.
Per fare un esempio degli squilibri che accadono quando una obbligazione BBB detenuta dalla BCE viene declassata a “spazzatura”, ecco una vicenda inquietante accaduta di recente…
Secondo fonti citate da El País, la BCE, attraverso il suo programma di acquisto di obbligazioni societarie, detiene almeno 200 milioni di euro – poco più di un quinto – del debito emesso dalla Distribuidora Internacional de Alimentos (Dia).
Fino a ottobre, quelle obbligazioni erano riuscite a mantenere lo status di “investment grade”, ma da dicembre sono state classificate come “spazzatura”.
Cosa era successo?
Dia, che era una delle più grandi catene di alimentari in Europa, ha visto crollare il prezzo delle sue azioni del 90% a seguito degli ultimi tre bilanci negativi pubblicati nel 2018. Il suo rating è stato ridotto a spazzatura nel giro di poche settimane e il titolo azionario è stato espulso dall’indice di riferimento spagnolo, l’Ibex 35.
Per rassicurare i suoi creditori, tra i quali figurano quattro dei cinque più grandi istituti di credito spagnoli: Santander, BBVA, CaixaBank e Banco Sabadell, nonché importanti banche europee come Barclays, Société Générale e Deutsche Bank, il senior management dell’azienda ha promesso di scaricare la divisione cash & carry e di chiudere i suoi più grandi negozi in perdita, nella speranza di ottenere una nuova linea di credito da 200 milioni di euro.
Il fallout per gli obbligazionisti è stato brutale. Le obbligazioni scambiate a circa 100 centesimi di euro all’inizio dell’anno (in gran parte grazie al sostegno della BCE), sono attualmente scambiate a 68 centesimi, 60 centesimi e 57 centesimi sull’euro, secondo l’ordine di scadenza ( 2019, 2021 e 2023).
In altre parole, “l’investimento” della BCE in Dia ha perso oltre un terzo del suo valore.
Ciò testimonia la forza con cui un mancato acquisto della BCE puo’ trascinare a livello spazzatura le aziende che erano riuscite a mantenersi “investment grade” solo grazie al suo massiccio programma di acquisti.
La BCE detiene ancora più di 176 miliardi di euro di debito societario europeo. L’equivalente di circa un quinto di tutte le obbligazioni societarie emesse da giugno 2016.
Il fattore BCE avrà quindi una certa rilevanza nel deterioramento del panorama produttivo europeo.
Il 2019 potrebbe essere un anno di “fallimenti eccellenti” per molte di queste società, con una imprevedibile reazione a catena sia nel sistema economico che in quello bancario europeo.
Non proprio l’anno migliore per investire nelle borse europee…
La fine del sistema bancario europeo
Dalla crisi del 2008, l’Unione Europea ha lasciato andare alla deriva le sue banche, confidando in una presunta intoccabilità del sistema.
Quel piccolo sporco segreto di Netflix…
Netflix ha un piccolo sporco segreto: sta bruciando denaro come nessun’altra azienda del pianeta.
Questo settore puo’ avere rendimenti a tre zeri nei prossimi mesi
In questo articolo della settimana scorsa abbiamo mostrato degli indicatori che rivelano una possibile continuazione del trend rialzista della borsa USA dopo le elezioni di midterm.
La volata della borsa USA non è finita. Cinque indicatori lo dimostrano
Secondo la rivista Forbes, in occasione delle 18 elezioni di midterm avvenute negli Stati Uniti dal 1946 a oggi, tutte le volte la borsa USA ha avuto un rialzo entro i successivi 12 mesi, con una rivalutazione media delle quotazioni intorno al 17%.
Il trend irresistibile del Palladio
Fino a pochi anni fa eravamo abituati a pensare al platino come al metallo più costoso, con l’oro al secondo posto seguito, in un lontano terzo posto, dal palladio.
La censura su Facebook come nuovo sistema di valori globale
Una recente ricerca della Stanford University incorona Facebook come nuovo paladino della lotta alle “fake news”.
Un bel cambio di prospettiva, dopo la graticola mediatica subita quest’anno dalla “quasi azienda di stato” americana, culminata con l’audizione di Zukerberg al Congresso degli Stati Uniti.
Quest’ultimo evento è stato infatti il segno della resa, da parte del tychoon americano, che ha dato inizio a una nuova fase nella storia di Facebook.
L’establishment statunitense ha finalmente preso il controllo di questo importante strumento di manipolazione di massa, di cui si iniziano a vedere gli effetti…
Agli inizi di ottobre, in corrispondenza con l’encomio patriottico della Stanford University, Mark Zuckerberg ha annunciato di aver eliminato 800 editori indipendenti dalla sua piattaforma, accusati di diffondere “spam” politicamente impegnato.
A differenza di quanto si possa pensare, questa censura non si è limitata ai soli profili pro-Trump, ma si è estesa a tutto lo spettro politico, da destra a sinistra.
Certo, una delle pagine di Facebook “non piu’ pubblicate” – il termine politicamente corretto della nuova gestione per “censurato” – era di un gruppo che afferma di essere stata “la prima pubblicazione a sostegno di Donald J. Trump”. Altre due si chiamavano L’ala destra e The Voice of Trump’s Deplorables.
Ma un’altra pagina cancellata da Facebook era di sinistra: Le persone ragionevoli si uniscono. Come altre due i cui titoli non lasciavano dubbi: Ci manchi Obama e Giovani voci progressiste.
Molte delle pagine purgate erano membri della stampa alternativa con punti di vista libertari e anti-establishment, come:
Il progetto del pensiero libero, L’anti-media, Libertari punk-rock, Fine della guerra alla droga, Skeptic Society, Ti devo solo non aggressione, V è per volontario, e Libertarian for President 2020.
E non si tratta di pagine amatoriali di qualche povero esaltato.
Il progetto del pensiero libero aveva 3,1 milioni di followers, mentre L’anti-media ne contava 2,1 milioni…
La purga di Zukerberg non è rivolta a repubblicani o democratici … conservatori o liberali.
Nemmeno ha come obiettivo l’eliminazione di pagine di bassa qualità o volgari.
È rivolto a TUTTO il pensiero e il dissenso anti-establishment che si è sviluppato proprio grazie ai social, ma del tutto fuori dal controllo dall’establishment.
Facebook ha anche espulso organizzazioni indipendenti che possiamo definire di “sorveglianza sociale”.
Un certo numero di pagine ormai chiuse pubblicava storie, meme e video focalizzati sui misfatti di entità governative e soprattutto della polizia, fra cui Polizia della polizia, Poliziotti, e No Victim No Crime.
Il fatto è che le forze di polizia in tutti gli Stati Uniti sono state militarizzate. Ogni piccola città ha una squadra SWAT, a volte con mezzi blindati, mentre le agenzie di stile pretoriano a livello federale – l’FBI, la CIA, l’NSA e una dozzina di altre simili – sono diventate un potere nel potere.
Ogni giorno negli Stati Uniti, ci sono decine di confische di conti bancari e centinaia di persone ricevono la visita di qualche agenzia governativa che butta giu’ le loro porte di casa nelle prime ore della notte …
Facebook si è perfettamente adeguato a questo clima, inaugurando il suo nuovo volto autoritario e liberticida con la consulenza di Nathaniel Gleicher, responsabile della Cybersecurity Policy della multinazionale, dopo aver avuto la stessa funzione presso il National Security Council degli Stati Uniti alla Casa Bianca.
Il segno visibile di questa “occupazione militare” di Facebook è il “manifesto” liberticida pubblicato da Gleicher nella sezione “news” del sito, di cui consiglio vivamente la lettura, per chi legge l’inglese (già aprendo la pagina, si ha un senso di disagio…).
In questo “manifesto” minaccioso, Facebook/Gleicher spiega di non voler piu’ tollerare le pagine che, indipendentemente dalla loro posizione politica, usano contenuti sensazionalistici per indirizzare traffico verso i loro siti web.
Nella sua apparente imparzialità politica, questa dichiarazione introduce un concetto nuovo nello stile della censura moderna.
Non è piu’ bandito chi ha determinate idee politiche, ma chi semplicemente si esprime in un modo che all’establishment non piace.
Le motivazioni del bando diventano quindi molto meno oggettive e si avvicinano alla semplice antipatia personale o soggettiva del “sovrano”.
Facebook mostra cosi’ di conservare la discrezionalità assoluta di una impresa privata, che per definizione puo’ fare cio’ che vuole delle sue pagine, pur avendo ormai assunto una funzione pubblica di importanza globale, che richiederebbe una responsabilità e una trasparenza altrettanto “pubbliche” nelle sue scelte editoriali.
Grazie a questa comoda ambiguità di fondo tra pubblico e privato, non solo Facebook, ma anche tutte le altre aziende “quasi di stato” americane (Google, Twitter ecc.) hanno cancellato, nello spazio di poche settimane, la voce di centinaia di gruppi di opinione in cui venivano elaborate le istanze della politica futura dell’occidente.
Al momento percio’, gli Stati Uniti hanno in qualche modo interrotto la naturale alternanza generazionale delle idee senza cui la democrazia non puo’ esistere.
L’occidente viene cosi’ costretto a vivere in una campana di vetro dove nessun germe di cambiamento puo’ sorgere in modo spontaneo dalla società.
Saremo sempre piu’ costretti a una vita intellettuale fittizia, lontana dalla realtà, in scenari costruiti ad arte dai media, che ci propinano movimenti di rivendicazione creati a tavolino e del tutto inoffensivi, come quelli del gender, del clima e della violenza sulle donne.
L’occidente si separa completamente dal suo futuro.
La Merkel si dimette e consegna la Germania al fondo BlackRock
In un recente articolo abbiamo discusso la capacità di penetrazione del fondo BlackRock in tutte le banche centrali del mondo.
La posizione dominante globale di questo fondo non si limita pero’ al solo settore finanziario, ma si estende in tutti gli ambiti dell’establishment dei Paesi sviluppati.
Vuoi fare insider trading impunemente? Questa azienda potrebbe aiutarti…
Pochi sanno che gli stress test delle banche europee, cioè i test periodici che la BCE sottopone alle banche per mettere alla prova la loro solidità, sono appaltati a una società privata, per giunta non europea.
Quanto influiscono i futures nel deprimere il mercato di bitcoin?
La persistente depressione dei prezzi di bitcoin, cosi’ prolungata nel tempo, non è una novità per questo mercato.
Dopo la bolla del 2013 ad esempio, bitcoin e le altre cripto ebbero ben tre anni di bear market prima di riprendere un trend a rialzo culminato nella successiva bolla del 2017.
Perché non credo alle profezie sul rialzo dell’oro
In questi giorni molti analisti prevedono una imminente ondata di rialzo del metallo giallo.
E lo fanno basandosi su dei dati davvero estremi registrati in questi giorni nel mercato dell’oro.
Questi dati sono cosi’ importanti da far pensare che questa ondata rialzista dovrebbe restare negli annali della storia delle borse.
Sta di fatto pero’, che l’ondata ancora non si vede all’orizzonte.
Per farti capire meglio di cosa parlo, cerchero’ anzitutto di spiegarti in modo semplice la tesi di questi analisti.
So bene che le loro idee ti sembreranno cosi’ convincenti che forse, quando avro’ finito, chiuderai subito questa pagina per loggarti sulla tua piattaforma di trading e aprire posizioni long in tutto cio’ che troverai legato all’oro.
Beh, se è cosi’, non farlo…aspetta prima la parte finale del mio articolo…
Forse non ti servirà a fare il trade del secolo, ma ti farà scoprire una certa situazione che si sta sviluppando nel sempre piu’ oscuro e manipolato mercato dell’oro e di cui nessuno finora sembra tenere conto.
Una situazione che potrebbe portare a un cambiamento di portata storica negli equilibri di potere di questo mercato.
Ma come ho detto, per cominciare ti spiego quali sarebbero le magnifiche sorti progressive dell’oro secondo la maggior parte degli analisti.
Tutto inizia dalle pubblicazioni regolari del COT, ossia il “Committment of Traders“, che registra periodicamente non solo tutte le posizioni assunte in quel momento dai traders nel mercato dei futures, ma anche chi le ha assunte.
A questo scopo, il COT suddivide le posizioni dei traders in 3 categorie: quelle assunte dai “Large Speculators” (fondi di investimento, etf ecc.), quelle dei “Commercials” (banche e istituti finanziari coinvolti nel mercato dell’oro) e quelle dei “Small Speculators” (i singoli traders che usano le loro piattaforme personali).
A noi interessano le prime due categorie, che in questi giorni stanno accumulando posizioni molto estreme rappresentate nei seguenti grafici:
Qui possiamo osservare come i “Large Speculators” abbiano assunto posizioni a ribasso che non si erano piu’ viste dagli inizi del 2000.
Giustamente molti analisti hanno notato la somiglianza di questa situazione con quella del 2001, quando si accumularono posizioni short altrettanto eccezionali che fecero da preludio a uno dei piu’ importanti trend a rialzo del metallo giallo, durato fino al 2011.
Gli analisti presumono quindi che il dato cosi’ estremo registrato oggi segnali l’inizio di una simile e potente inversione del trend a ribasso e ci porterà a rivedere quotazioni stellari.
Ma questo non è l’unico dato “estremo” registrato dal COT.
Ad eccezionali posizioni a ribasso dei Large Speculators infatti fa da contraltare una altrettanto eccezionale sovraesposizione a rialzo dei “Commercials”, cioè le grandi banche:
La tabella qui sopra mostra a sinistra le posizioni eccezionalmente short dei “Large Spec” e a destra quelle eccezionalmente long dei “Commercials”.
Ora, anche qui la storia dei mercati insegna che quando gli “Spec” e i “Commercials” divergono cosi’ fortemente, solitamente sono i secondi a prevalere, innescando poi una selvaggia corsa degli Spec che tentano di coprire le loro posizioni short in caduta libera, aprendo long all’impazzata.
In questo modo, il trend a rialzo che inizia a partire dalle chiusure dei futures a ribasso subisce una accelerazione, raggiungendo quotazioni eccezionali in tempi molto piu’ brevi.
Se a questa significativa situazione nel mercato dei futures aggiungi anche il fatto che:
- l’oro è 700 dollari sotto rispetto al picco dell’ultimo trend rialzista del 2011
- i titoli delle società minerarie sono messi anche peggio, avendo raggiunto perdite di circa l’80% dal picco del 2011
non stupisce che i maggiori esperti del settore, visti i prezzi cosi’ convenienti di questo mercato giunto ormai ai minimi storici, si stiano esponendo cosi’ tanto nel prevedere un trend rialzista di epiche proporzioni.
Personalmente, non posso dargli torto.
In un mercato normale, sarebbe cosi’…io stesso, di fronte a questi dati sarei fra i primi ad aprire posizioni long sull’oro, aspettandomi rendimenti fuori dal comune.
Il problema è che il mercato dell’oro non è un mercato normale…
Guarda ad esempio questo grafico:
Non c’è un modo piu’ chiaro e sintetico di mostrarti quanto siamo lontani dalla “normalità”.
Il grafico infatti mostra chiaramente 5 anni di manipolazioni costanti dell’oro, che non hanno permesso e non permettono a questo asset di superare la soglia di 1375 dollari l’oncia (linea rossa orizzontale).
Come abbiamo spiegato (e dimostrato) in moltissimi articoli precedenti, la manipolazione viene effettuata proprio dai “Commercials“, cioè dalle banche, per evitare che il metallo giallo diventi un asset ricercato dagli investitori.
Il motivo è che nel sistema finanziario basato (fino all’anno scorso) sulla necessità di mantenere bassi tassi d’interesse nei titoli di stato dei governi, era necessario promuovere l’idea che fossero questi titoli, non l’oro, l’investimento-rifugio per eccellenza.
Tutte le forti cadute a ribasso evidenziate dai cerchi rossi in figura, cadute che hanno puntualmente impedito all’oro di superare la soglia di 1375 dollari, sono state prodotte da vendite allo scoperto fatte generalmente di notte nel piu’ corrotto dei mercati che trattano derivati, ossia il London Bullion Market.
Con queste manipolazioni evidenti, il mondo finanziario basato sul debito pubblico “facile” ha potuto diffondere l’idea che l’investimento “sicuro” fossero le obbligazioni di stato, le sole capaci di mantenere il loro valore stabile nel tempo.
Come molti sanno pero’, dal 2017 in poi, per motivi che qui sarebbe lungo spiegare, i tassi d’interesse stanno virando tutti a rialzo (dopo i tassi degli USA, tutti prima o poi li seguiranno); e la narrativa che aveva finora reso necessario mantenere l’oro fra i reietti delle borse mondiali probabilmente verrà sostituita da qualcos’altro.
Non sappiamo ancora quale sarà l’immagine che la finanza che conta deciderà di affibbiare all’oro, ma non è questo il dato sconcertante che abbiamo dinanzi agli occhi…
Il dato davvero incredibile riflette una situazione anomala che si è prodotta in quest’ultimo mese.
Dopo anni di manipolazioni a ribasso, i Commercials per la prima volta stavano tentando una manipolazione in direzione opposta, come attesta l’eccezionale accumulo di futures a rialzo mostrate dalla tabella precedente.
Vista l’onnipotenza dimostrata dai Commercials nel condizionare l’oro a ribasso per tutti questi anni, si poteva supporre che una simile sovraesposizione “long” avrebbe facilmente condizionato il mercato in senso contrario.
Invece, strano a dirsi, sono settimane che queste posizioni non riescono a invertire a rialzo il mercato dell’oro.
Per la prima volta in quasi 7 anni, dunque, le banche non sono riuscite a manipolare questo mercato nella direzione desiderata!
Come è stato possibile?
Il fallimento dei “Commercials” sembra essere dovuto a una nuova forza che si sta affermando nel mercato dei futures in generale, non solo in quelli legati all’oro. Una forza che finora nessuno aveva considerato.
Come spiega in questo articolo Michael Ballanger, uno dei maggiori esperti di manipolazione dell’oro, questa forza è legata al sempre maggiore uso, da parte dei “Large Spec”, dei “bot”, cioè dei meccanismi automatici di trading che usano gli algoritmi per dominare i mercati con una velocità e una precisione mai raggiunta dai manipolatori “tradizionali”.
Ballanger ipotizza che questa nuova “arma” potrebbe mettere fuori gioco le banche, in termini di influenza dei mercati.
Tuttavia, lo stesso Ballanger si chiede come mai gli “Spec” abbiano deciso di battere le banche con questo piccolo scherzo ribassista, invece di sfidarle nel loro risultato di maggior successo, cioé tentando di infrangere quel famoso limite dei 1375 dollari da esse imposto dal 2012 a oggi.
La cosa non è chiara.
Di sicuro è in atto un drastico cambiamento in questo mercato, ma al momento è difficile capire chi sta facendo cosa.
I “Large Spec” sono consapevoli della forza che hanno assunto in quest’ultimo anno? Forse ne sono consapevoli, ma non osano ancora sfidare apertamente le banche? Oppure esiste un accordo fra Spec e Commercials per non portare il conflitto oltre certi limiti?
Questa ed altre cento ipotesi sono tutte possibili, ma nessuna di esse è ancora suscettibile di conferma definitiva.
L’unica cosa sicura è che Ballanger ha ragione a consigliare di stare prudentemente alla larga dall’oro ancora un po’ di tempo. In attesa di capire questa stranissima situazione…
Percio’, non farti trascinare dalle convincenti analisi tecniche favorevoli al rialzo dell’oro che si trovano in giro.
Al contrario, resta in contatto con noi per conoscere l’evoluzione di questo braccio di ferro tra Spec e Commercials.
Ecco il settore su cui tutti i grandi fondi stanno investendo
L’India è uno dei paesi a più rapida crescita al mondo. Il PIL è cresciuto in media del 7% all’anno dal 2012 (rispetto al 2,3% per gli Stati Uniti e al 6,6% per la Cina).
Lo studio che tremare il mondo fa
Oltre il 60% dei tedeschi si dichiara “populista”, in tutto o in parte.
E’ questo il risultato di uno studio del Bertelsmann Institute, una delle tante fondazioni legate al mondo della politica che conduce ricerche e studi socio economici di vario tipo e in vari paesi.
Se questa statistica viene pubblicata in chiaro ed è a disposizione di tutti, molte altre vengono condotte in maniera non ufficiale da centinaia di altri istituti sparsi per l’Europa.
Ed è molto probabile che tutte presentino risultati dello stesso tenore, documentando in modo evidente il fatto che il “populismo”, qualsiasi cosa significhi, è ormai la mentalità dominante nel Vecchio Continente.
Il livello di conflittualità e di disordine, anche ideologico, del dibattito politico nell’UE e nei singoli paesi che ne fanno parte deriva tutto da studi come questo, che attestano in modo inequivocabile la fine del consenso per i partiti che finora hanno dominato il continente.
Questa rivista non prende posizioni politiche, quindi non ci pronunciamo a favore, né contro il “populismo”.
Cio’ che ci preoccupa è il livello dello scontro politico fra le diverse fazioni.
Quando si entra in quella spirale in cui lo scontro ideologico prevale sulla ragione, allora le istituzioni e le leggi vigenti diventano ostaggio del conflitto e non vengono piu’ usate a beneficio di tutti.
Speriamo percio’ che il livello dello scontro non superi quella soglia di sicurezza oltre il quale tutto si sgretola e i cittadini non hanno piu’ garanzie di fronte a istituzioni e settori dello Stato che pensano solo a combattersi fra loro.
Altrimenti ci risveglieremo in un’Europa molto diversa da quella che conosciamo.
Mattarella inaugura nuovi muri in Europa
Perché Mattarella è andato nei Paesi Baltici?
Tutti i media ne hanno parlato, ma hanno dimenticato di spiegare la ragione del viaggio.
La materia prima su cui puntare per un trade contrarian
Lo zucchero è la merce più economica e più odiata al mondo in questo momento.
Quindi è il momento di comprare?
Per scoprirlo, diamo un’occhiata alla situazione attuale …
Pochi investitori lo hanno notato, ma i prezzi dello zucchero, dopo il picco del 2011, sono stati in caduta libera, scendendo di un incredibile -68%.
Buona parte di questa caduta è avvenuta negli ultimi anni. Infatti è stato un improvviso picco dell’autunno del 2016 a spingere i prezzi dello zucchero ai minimi decennali. Dai un’occhiata:
I prezzi attuali dello zucchero non sono stati così bassi dal 2008 e non sorprende che gli investitori se ne stiano alla larga, soprattutto dopo la “falsa partenza” del 2016.
Quanto questa commodity sia “odiata”, possiamo vederlo chiaramente osservando il grafico del Commitment of Traders (COT) …
Il COT riporta in dettaglio le scommesse dei trader sui futures legati allo zucchero e in genere è un ottimo indicatore “contrarian”. Nel senso che quando i traders sui futures concordano tutti su un risultato, spesso accade il contrario.
Oggi, con i traders più ribassisti che mai, i prezzi dello zucchero potrebbero salire:
Il “sentiment” verso lo zucchero è ribassista in modo “epocale”. Da almeno 20 anni non si erano accumulate tante posizioni “short” su questa commodity.
Non abbiamo purtroppo dati storici che vanno ancora piu’ indietro nel tempo su questo indicatore, ma possiamo fare il confronto con un evento simile avvenuto nel 2015.
Anche allora il prezzo dello zucchero era crollato … E i valori di COT erano diminuiti drasticamente, raggiungendo quello che era un minimo storico (anche se il minimo di oggi è ancora piu’ profondo).
Pochi mesi dopo, lo zucchero ha toccato il “bottom”, come si dice; cioè ha raggiunto il punto estremo del suo trend ribassista per poi raddoppiare nel corso dell’anno successivo.
Ora che la storia sembra ripetersi, e con numeri ancora piu’ estremi, un trade long sullo zucchero potrebbe essere una buona occasione, ma con qualche cautela:
- meglio aspettare che il trend inizi a dare seri segnali tecnici di inversione, prima di entrare long
- nel caso di forte rialzo “verticale” (di cui bisogna sempre diffidare), meglio chiudere la posizione al raggiungimento di un + 50%.
- nel caso di rialzo piu’ graduale, vendere metà posizione a + 50 e lasciare andare il resto del trade fino a +80%
Buon trading!
Ultimatum della Cina a Macron
La Francia ha 5 anni di tempo per lasciare il posto ai Cinesi nelle sue ex colonie.
Il petrolio andrà a 100 dollari dal 5 novembre?
Quando Trump a maggio annuncio’ per la prima volta un nuovo ciclo di sanzioni contro gli importatori di petrolio iraniani, il mercato calcolo’ come conseguenza una riduzione da 300.000 a 700.000 barili al giorno (bpd) nelle forniture globali.
L’oro è davvero una valida alternativa per proteggere i tuoi risparmi?
Tutti noi prima o poi sentiamo la necessità di portare una parte dei risparmi fuori dal nostro conto in banca.
Il grave attacco UE al dollaro che i media italiani nascondono
La UE si accorda con l’Iran per creare una alternativa al sistema bancario internazionale basato sullo Swift.